Sono accusati dell'omicidio di due trafficanti di droga brasiliani e il procuratore generale chiede la conferma dell'ergastolo soltanto per uno dei presunti killer. Questa mattina, innanzi ai giudici della Corte di Assise di Appello (Presidente Vincenzo Scardia a latere Eva Toscani) si è tenuta la discussione in aula. Il pg Nicola D'Amato ha invocato la pena del carcere a vita per Tiziano Greco, 45enne di Lecce.
Chiesta, invece, la riforma della sentenza di primo grado per Adriano Palazzo, 46enne di San Pietro Vernotico. Dunque, la pena di 2 anni in continuazione con una precedente condanna, come richiesto dal sostituto procuratore Guglielmo Cataldi. Il difensore di Palazzo, l'avvocato Carlo Gervasi, ha chiesto l'applicazione dell'articolo 8 sui collaboratori di giustizia, la concessione delle attenuanti generiche e l'esclusione della premeditazione. In mattinata ha discusso anche il legale di Greco, l'avvocato Gabriele Valentini. Questi ha invocato l'assoluzione del proprio assistito, poiché ritiene i due collaboratori di giustizia inattendibili, visto che già uno di essi (l'imputato Palazzo) è stato considerato tale nella sentenza di primo grado e che le dichiarazioni dei "pentiti" siano collegate.
Il processo è stato riaggiornato al 12 dicembre, quando è prevista la sentenza.
Ricordiamo che il 19 dicembre dello scorso anno, invece, il gup Carlo Cazzella ha inflitto la condanna all'ergastolo per i due imputati che hanno scelto di essere processati in abbreviato, per il duplice omicidio avvenuto tredici anni fa in Olanda. Il giudice ha inflitto la pena del carcere a vita e l'isolamento diurno per 6 mesi nei confronti di Tiziano Greco, disponendo che venisse "assorbita" la continuazione con una condanna successiva all'omicidio. Pena di 5 anni a Filippo Cerfeda, 47enne, difeso dall'avvocato Sante Foresta, in continuazione con un'altra condanna per omicidio. Il suo legale non ha impugnato la sentenza di primo grado.
I tre imputati sono accusati di "omicidio pluriaggravato in concorso" dei due trafficanti brasiliani Paolo Roberto De Avila Garrido e Jose Paulo Davi. Il delitto avvenne nei pressi della cittadina di Woerden nella provincia di Utrecht, tra il 20 e il 22 febbraio del 2002 (data del ritrovamento dei cadaveri). La mente sarebbe stata il boss della Scu leccese Filippo Cerfeda, poi diventato collaboratore di giustizia. In seguito al suo mandato, Palazzo e Greco attirarono sul luogo del delitto i due trafficanti "freddandoli" con diversi colpi di pistola. Con quella doppia esecuzione, il clan leccese evitò il pagamento di un grosso quantitativo di cocaina, appena consegnato.
Cerfeda rispondeva anche dell'omicidio pluriaggravato dei due cittadini serbi Saku Predag e Simunovic Djorgje consumato in un ristorante di Amsterdam il 26 settembre del 2002 e del tentato omicidio di Savic Bozidar.
