Udienza preliminare “Final Blow” su mafia, droga ed estorsioni. Altri imputati scelgono il rito abbreviato.

Vanno ad aggiungersi ai numerosi imputati che hanno scelto il rito abbreviato nella scorsa udienza ed anche per loro il processo avrà inizio il 5 febbraio.

È terminata questa mattina, presso l’aula bunker di “Borgo San Nicola”, l’udienza preliminare relativa alla maxi inchiesta “Final Blow”, che ha portato a numerosi arresti di elementi dei clan leccesi Pepe e Briganti, ma che ha riguardato anche aree del Nord Salento e di Nardò e Galatone.

Anche oggi, la maggior parte dei rimanenti imputati ha chiesto il rito abbreviato. Nello specifico, si tratta di: Cristian Pepe, 46 anni di Lecce; Luigi Buscicchio, 63 anni, di Lecce; Stefano Garrisi, 32 anni, di Caprarica di Lecce; Manuel Gigante, 39 anni, di Lecce; Paolo Guadadiello, 33 anni, di Squinzano; Antonio Leto, 30 anni, di Caprarica; Giuseppe Marzano, 54 anni, di Galatone; Mattia Marzano, 29 anni, di Galatone; Stefano Monaco, 30 anni, di Lecce; Valentino Nobile, 30 anni, di Surbo; Gianluca Palazzo, 45 anni, di Lecce; Antonio Marco Penza, 37 anni, di Lecce; Vito Penza, 34 anni, di Lecce e Luigi Vergine, 46 anni, di Squinzano.

Vanno ad aggiungersi agli altri 48 imputati che hanno scelto il rito abbreviato nella scorsa udienza ed anche per loro il processo avrà inizio il 5 febbraio.

Sono stati rinviati a giudizio: Antonio Cannoletta, 44 anni leccese; Manola Buscicchio, 32 anni leccese; Antonio Murrone, 58enne di Lizzanello e Salvatore Bruno, 54 anni, di Lizzanello, detto Bambinone. Il processo avrà inizio l’1 marzo del 2021, davanti ai giudici della seconda sezione collegiale.

Il giudice ha emesso sentenza di non luogo a procedere per Saulle Politi, 48 anni di Monteroni, sulla base del principio giuridico del “ne bis in idem”, poiché l’imputato non può essere giudicato una seconda volta per gli stessi fatti.

Gli imputati rispondono a vario titolo di: associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, violazione della legge sulle armi, associazione finalizzata al traffico di droga e esercizio aggravato e partecipazione al gioco d’azzardo.

Sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati: Rita Ciccarese, Maria Azzurra Ciccarese, Marco Caiaffa, Roberto Pascariello, Carlo Sariconi; Giuseppe De Luca; Francesco Fasano; Carlo Viva; Raffaele Benfatto; Giancarlo Dei Lazzaretti, Umberto Leo, Lugi Rella, Luigi Corvaglia, Roberto De Mitri Aymone, Giuseppe Presicce; Carlo Caracuta, Massimo Muci, Benedetto Scippa, Cosimo D’Agostino; Salvatore Rollo, Donata Perrone, Gabriele Valentini, Fabio Corvino, Laura Bruno, Alessandro Stomeo, Pantaleo Cannoletta, Francesco Calabro; Francesco Vergine; Paolo Cantelmo, Ladislao Massari, Andrea Capone; Silvio Giardiniero; Sivio Verri; Antonio Savoia; Paola Scarcia; Ivan Feola; Nicola Leo, Vincenzo Perrone; Mario Coppola; Anna Inguscio, Stefano Prontera, Laura Minosi, Pasquale Annicchiarico, Tommaso Donvito.

Le indagini

Sono in totale 69 le persone arrestate dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Lecce, diretta dal Vicequestore Alessandro Albini, nel corso dell’Operazione “Final Blow”, come disposto dal gip Simona Panzera, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.

Il lavoro investigativo ha permesso di accertare la consolidata egemonia su Lecce del Clan Pepe, facente capo a Cristian Pepe e a al fratello Antonio, meglio noto con il soprannome di “Totti”. Le investigazioni hanno evidenziato come il sodalizio criminale avesse ormai preso il controllo esclusivo nella città di Lecce e in molti comuni prossimi al capoluogo, delle principali attività criminali attraverso la gestione di canali di approvvigionamento della droga, la successiva vendita al dettaglio, le estorsioni oltre al controllo del gioco d’azzardo.

Sono emersi ulteriormente elementi relativi al tentativo da parte del clan di influenzare l’operato di amministratori locali al fine di assicurarsi le autorizzazioni a organizzare eventi e spettacoli in un’area oggetto di concessione comunale.

È il caso delle minacce all’assessore Paolo Foresio, dopo la decisione di annullare il concerto dei Sud Sound System al Parco di Belloluogo, previsto per il 1 giugno del 2018. Difatti il giorno prima dell’evento, il Comune di Lecce aveva emesso un provvedimento di diniego, poiché l’iniziativa era incompatibile con la gestione dell’area a verde pubblico. E allora, in una conversazione tra Stefano Monaco, “Totti” Pepe ed il cugino Andrea Pepe, emerge l’ira di quest’ultimo, Consigliere della società che si era aggiudicata la gestione di alcune attività all’interno del parco.



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