Una badante 65enne di origine Europea ‘l’identikit’ della donna trovata morta sulla spiaggia a Pasquetta

A stabilirlo l’autopsia. Resta comunque lontana l’ipotesi di un riconoscimento, anche attraverso un più approfondito esame autoptico. Le ipotesi più accreditate sulle cause di morte restano quelle del suicidio o di una morte naturale.

Il mistero della donna trovata morta in spiaggia, durante il giorno di Pasquetta, comincia a diradarsi.
 
L'anatomo-patologo Ermenegildo Colosimo ha effettuato l'autopsia nel pomeriggio di oggi, e le ipotesi più accreditate restano quelle del suicidio ed in seconda battuta di una morte naturale. Il medico non ha riscontrato tracce di morte violenta, causate da altra persona o da agenti esterni, per annegamento (mancanza di acqua nello stomaco e nei polmoni), né tantomeno particolari traumi (nessuna traccia di frattura).
 
Emergerebbe poi l'identikit di una donna europea di circa 65 anni che potrebbe ricondursi alla figura di una badante (anche attraverso una ricostruzione del vestiario). Dalla mancanza di gran parte  della dentatura e  dalle residue tracce degli abiti, inoltre, si potrebbe presumere che si trattasse di una donna trascurata, che si trascinava stancamente avanti negli anni. Inoltre, l'autopsia ha evidenziato, come avesse subito  l'asportazione dell'ovaio.
 
Adesso saranno gli esami istologici a dire qualcosa in più, quanto meno in merito alla presunta età della signora. Resta lontana l'ipotesi di un suo riconoscimento, anche attraverso un più approfondito esame autoptico. I risultati verranno comunque depositati entro il canonico termine dei 60 giorni. L'unica strada percorribile, affinché la signora venga identificata  è il  riconoscimento attraverso gli oggetti personali o i resti dei vestiti ritrovati sul luogo della tragedia, da qualche parente o amico.
 
Il dr. Colosimo nei giorni scorsi aveva  eseguito una prima ispezione del cadavere. Il medico legale aveva ipotizzato che il decesso fosse riconducibile ad oltre una settimana fa.
 
La segnalazione del ritrovamento è giunta nel giorno di Pasquetta intorno alle 10. Un corpo riverso sulla spiaggia in località “Case Simini”, tra Frigole e Torre Chianca ha destato l’allarme e subito è scattata la chiamata al 113. Così, il 28 marzo scorso, una volante della Polizia si è recata in via Delle Gerbere a Frigole, dove è stata subito notata la presenza di un cadavere; si trovava sul bagnasciuga in posizione prona, semicoperto dalle alghe che lasciavano intravedere solo parte della schiena, delle gambe ed un paio di scarpe da ginnastica di colore azzurro e bianco. Il cadavere è apparso nell’immediato in evidente stato di saponificazione, lasciando ipotizzare che il corpo fosse rimasto in acqua per molto tempo.
 
Le indagini coordinate dal pubblico ministero Maria Rosaria Micucci, ed affidate agli agenti della Squadra mobile di Lecce, hanno cercato di raccogliere elementi utili per dare un nome al cadavere, nonostante l’assenza di segnalazioni o le denunce di scomparsa. Al momento del ritrovamento del corpo,  la donna indossava un paio di scarpe da ginnastica  “American Eagle”, un orologio da polso e un orecchino d’oro con una pietra azzurra.
 

L'ipotesi della tragedia consumatasi durante uno sbarco sarebbe stata accantonata fin da subito.



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