Prestava denaro e pretendeva la restituzione con tassi usurari fino al 166%. Condanna a 14 anni per un 36enne

Shkelzen Pronjaj, 36enne di origini albanesi ma residente a Lizzanello, era accusato, tra le altre cose, di vari episodi di usura ai danni di imprenditori, professionisti in stato di bisogno

Si conclude con una dura condanna il processo nei confronti di Shkelzen Pronjaj, 36enne di origini albanesi ma residente a Lizzanello, accusato, tra le altre cose, di vari episodi di usura ai danni di imprenditori, professionisti e altre persone in stato di bisogno.
Il gup Giulia Proto, al termine del rito abbreviato, ha inflitto la pena di 14 anni di reclusione nei confronti dell’imputato ed un multa di 16 mila euro. Non solo, poiché il giudice ha disposto la confisca pari a 14mila euro da eseguire su somme di denaro o su beni a lui intestati.

Pronjaj è assistito dall’avvocato Ladislao Massari, il quale una volta depositate le motivazioni della sentenza (entro 15 giorni) presenterà ricorso in Appello. Il gup Proto ha invece assolto, “per non aver commesso il fatto”: E.P. 31enne, la quale, al pari di Pronjaj rispondeva dei reati di usura continuata aggravata in concorso ed estorsione. Il giudice ha anche disposto la restituzione dell’esercizio commerciale e dei conti correnti a lei intestati. L’imputata era assistita sempre dall’avvocato Massari.
Nel corso della discussione in aula, il pubblico ministero Giovanna Cannarile aveva invocato la condanna a 12 anni per Shkelzen Pronjaj ed a 1 anno e 6 mesi per E.P..

Secondo l’accusa i due avrebbero prestato denaro ai danni di piccoli-medi imprenditori in difficoltà, pretendendo la restituzione delle somme con tassi usurari che arrivavano fino al 166%.
Nel mese di settembre del 2021, gli agenti della Questura di Lecce, Divisione Anticrimine e Squadra Mobile, diretta all’epoca dei fatti dal Vicequestore Alessandro Albini, avevano dato esecuzione alla misura cautelare in carcere e al decreto di sequestro preventivo, emessi dal gip, all’esito di una serie di attività coordinate Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di Shkelzen Pronjaj, Il solo Pronjaj risultava indagato anche per rapina e traffico di sostanze stupefacenti.

L’uomo, nell’ambito dell’operazione Final Blow, è stato destinatario nel febbraio 2020 di una misura cautelare in carcere, in quanto gravemente indiziato di fare parte di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, e poi condannato, all’esito processo abbreviato, alla pena di dieci anni di reclusione.



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