Colpo di scena al maxi processo “Contatto” sulle presunte collusioni tra mafia e politica a Sogliano Cavour.
Vincenzo Antonio Cianci, 32enne del posto (compariva sul banco degli imputati) è diventato nel frattempo un collaboratore di giustizia. Nelle scorse ore, è stata deposita la nomina dell’avvocato Sergio Luceri. Il legale, in mattinata, nell’aula bunker di “Borgo San Nicola, ha chiesto un termine a difesa ed il neo “pentito” potrebbe essere ascoltato il 18 dicembre prossimo. Cianci era collegato in videoconferenza da una località segreta, ma non parlerà oggi.
In una scorsa udienza, il procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi, titolare dell’inchiesta assieme al sostituto procuratore Roberta Licci, ha invocato la pena di 20 anni per Cianci.
Il 32enne di Sogliano Cavour è considerato una figura chiave dell’inchiesta “Contatto” e il suo nuovo status di collaboratore di giustizia, potrebbe consentire di far luce su molti aspetti del processo.
La Procura contesta a Cianci di avere ottenuto, grazie ad un’infiltrazione del suo clan nel tessuto socio economico del territorio galatinese, la “collaborazione” da parte di commercianti e imprenditori del posto. Essi riconoscevano al suo gruppo capacità delinquenziali non comuni e acconsentivano a soddisfare ogni tipo di richiesta. Come nel caso del titolare di un esercizio commerciale che aveva nascosto le armi del suo gruppo criminale, o del proprietario di un albergo in cui i “soglianesi” avevano tenuto nascosto il latitante Daniele De Matteis.
Sotto la lente d’ingrandimento della Procura, son poi finiti i rapporti di Cianci con un agente di polizia penitenziaria, un carabiniere, un vigile urbano e l’ex assessore alle politiche sociali, Luciano Biagio Magnolo. Il politico soglianese è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa per aver versato somme di denaro per il sostentamento dei capi detenuti o promesso posti di lavoro agli affiliati del clan in carcere, permettendogli così di ottenere dei benefici.
Il gruppo aveva le mani praticamente ovunque: dal traffico di droga alle estorsioni con il cosiddetto «cavallo di ritorno», senza dimenticare le rapine e le truffe ‘geniali’.
L’inchiesta
L’indagine condotta nel periodo che va dal febbraio 2013 al giugno 2016, dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Maglie, ha consentito di disarticolare un’associazione mafiosa facente capo al clan “Coluccia” di Noha-Galatina, operante nel territorio della Provincia di Lecce e, in particolare, nei comuni di: Sogliano Cavour, Galatina, Cutrofiano, Corigliano d’Otranto, Castrignano de’ Greci, Melpignano, Soleto, Sternatia, Cursi, Castrì di Lecce, Martano, Otranto, Calimera, Muro Leccese e Cavallino.
I capi di imputazione
Gli imputati rispondono a vario titolo ed in diversa misura di: “associazione di tipo mafioso”, “estorsione”, “associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti”, “detenzione abusiva di armi”, “ricettazione”, “rapina”, “furto aggravato”, “porto abusivo di armi”, “detenzione e spaccio di stupefacenti”, “abuso d’ufficio”, “usura”, “favoreggiamento personale”, “falsità ideologica commessa da Pubblico Ufficiale”, “corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio”, “rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio”, “truffa”, “minaccia aggravata” e “lesioni personali” con l’aggravante delle modalità mafiose.
Il collegio difensivo
Il collegio difensivo è composto dagli avvocati: Giuseppe e Michele Bonsegna, Luigi Greco, Donato Sabetta, Giuseppe Presicce, Gabriella Mastrolia, Umberto Leo, Michelangelo Gorgoni, Alessandro Mariano, Francesco Vergine, Massimo Manfreda, Simona Mancini, Antonio Savoia, Giancarlo Dei Lazzaretti, Angelo Vetrugno, Silvio Giardiniero, Raffaele Di Staso, Dimitry Conte, Carlo Gervasi, Luigi, Alberto e Arcangelo Corvaglia, Ubaldo Macrì, Federico Massa, Alexia Pinto, Paolo Cantelmo, Elvia Belmonte, Pantaleo Cannoletta, Maria Luisa Greco, Angela Rizzo, Marcello Rizzo, Salvatore Abate, David Alemanno, Romolo Chiariatti, Alessandra Antoniotti, Enrico D’Ospina, Ladislao Massari, Carlo Martina, Donata Perrone.
