Ragazza violentata e ripresa con lo smartphone. Condanna a 8 anni per il padre. La matrigna pateggia a 1 anno

Inoltre, il gup ha condannato l’imputato al risarcimento del danno in separata sede, in favore della vittima di abusi che si era costituita parte civile.

Arriva la condanna a 8 anni di reclusione per il padre di una ragazzina (ora maggiorenne), accusato di abusi sessuali sulla figlia, poi ripresi dalla matrigna, che avrebbe inviato il video al fidanzato per fare in modo che venisse interrotta la relazione tra i due giovani.

Il gup Laura Liguori, al termine del processo con rito abbreviato, ha ritenuto l’imputato colpevole del reato di violenza sessuale in relazione incestuosa. Disposta invece l’assoluzione per i reati di maltrattamenti e “revenge porn”. Per quest’ultima accusa, la matrigna ha invece patteggiato la condanna ad 1 anno (pena sospesa).
Inoltre, il gup ha condannato l’imputato al risarcimento del danno in separata sede, in favore della vittima di abusi che si era costituita parte civile. Il pm Luigi Mastroniani ha invece invocato la condanna a 6 anni per il padre della vittima. La difesa dell’imputato potrà presentare ricorso in Appello.

In una scorsa udienza, il gup Simona Panzera, nel corso dell’udienza preliminare, ha rigettato l’istanza di patteggiamento a 3 anni e 6 mesi per il padre, concordata dalla difesa con il pm. Anche per la matrigna, il giudice ha rigettato la richiesta di patteggiamento, ma in questo caso a 6 mesi.

Le indagini

Le indagini condotte dai poliziotti del Commissariato di Gallipoli, diretti dal vicequestore Monica Sammati e coordinate dal sostituto procuratore Luigi Mastroniani hanno fatto luce su di una serie di episodi avvenuti in un comune del Basso Salento a partire dal 2015. Gli abusi sessuali per mano dell’uomo, secondo l’accusa, si sarebbero consumati quando la giovane andò a vivere con il padre e la nuova compagna.

E poi viene contestato l’episodio del video a sfondo sessuale. In base ad un accordo tra i due conviventi, la matrigna si sarebbe introdotta nella stanza in cui l’uomo stava consumando un atto sessuale con la figlia. La donna avrebbe effettuato un filmato utilizzando lo smartphone. Il video venne inviato al fidanzato della ragazza, per creargli imbarazzo ed indurlo ad interrompere la relazione con la giovane.

In seguito, i due fidanzati sporsero denuncia presso il commissariato di Gallipoli. Successivamente venne emesso un decreto di perquisizione in casa dei due sospettati. Dopo il sequestro dei telefonini, gli apparecchi elettronici vennero analizzati dal consulente informatico Silverio Greco, come disposto dal pm Mastroniani.



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