Coronavirus, il Movimento Partite Iva incontra il Ministro Patuanelli: “Subito misure anti-collasso”

A rappresentare il sodalizio il Presidente e il Vice Presidente Alessia Ruggeri e Antonio Sorrento che sono stati ricevuti dal titolare dello Sviluppo Economico.

Sospensione rate mutui e finanziamenti di qualsiasi genere e natura; esonero dei versamenti di tasse e imposte e di tutti gli adempimenti tributari e previdenziali per tutte le partite iva; sospensione delle rate della rottamazione; creazione di un fondo per il sostegno dei pagamenti degli affitti dei locali commerciali; fondo straordinario per le imprese turistiche con aiuti a pioggia al fine di sopperire alle perdite del turismo; misure straordinarie di sostegno al salario per i dipendenti di tutte le imprese danneggiate; adeguato assegno di sostegno a tutte le partite iva e autonomi in generale.

Sono queste le richieste che il Movimento Nazionale Partite Iva, ha fatto al Ministro dello sviluppo economico, Stefano Patuanelli, in un incontro.

A rappresentare il sodalizio il Presidente e il Vice Presidente Alessia Ruggeri e Antonio Sorrento che sono stati ricevuti nelle scorse ore per mezzo della confederata Confimprese Italia.

Obiettivo dell’incontro è stato quello di portare all’attenzione del Governo le ripercussioni, sul tessuto economico da Nord a Sud, dell’emergenza Coronavirus.

Al margine dell’incontro – su imput del Ministro – i rappresentanti a vario titolo del Movimento hanno messo nero su bianco le proprie proposte anti-collasso.

«Il Nord Italia, motore propulsore di tutta l’economia nazionale, è moribondo – hanno dichiarato – Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, contribuiscono al 40% dei PIL nazionale e totalizzano il 50% delle esportazioni complessive. È evidente che il Coronavirus non colpirà solo le persone, ma anche (e soprattutto) la previsione di tenuta economica del nostro già fragile sistema paese».

Il comparto turistico del Sud

«Al Sud – proseguono –  sono centinaia le prenotazioni già disdette nelle strutture turistico-ricettive, perché altrettanti sono gli eventi rimandati a data da destinarsi. Dalla Sicilia al Salento è allarme: in questi contesti l’intera economia ruota principalmente intorno a flussi turistici. Il tracollo è alle porte: dalle attività ristorative, a quelle ricettive, all’intrattenimento, l’artigianato, il commercio. Un equilibrio già di per sé labile che, adesso, viaggia sul filo del rasoio. A pesare sono la paura e l’incertezza, leve della recessione economica. La paura contrae i consumi, l’incertezza chiude i portafogli del consumatore e la chiusura del consumatore spaventa avventori e, ancor peggio, investitori anche stranieri. È un circolo vizioso che deve assolutamente essere bloccato; e anche velocemente, perché le imprese, gli esercenti, gli autonomi ed i professionisti non hanno ossigeno per troppo tempo ed il coronavirus rischia più che di ammazzare persone di diventare una moria di partite iva, con fallimenti e conseguenti tragedie personali ben più pesanti della probabile “attesa” epidemia.

Servono misure di sostegno immediate. Servono tavoli di lavoro per il contenimento del virus, ma altrettanti, se non di più, per il contenimento del disastro economico che soffierà da Nord a Sud, indipendente dal colore dichiarato della zona epidemica.

In tutta Italia la filiera agroalimentare ha stimato perdite per 5 miliardi di euro ed il settore commercio per circa 4 miliardi, con ricadute pesanti sull’occupazione, tradotto nel rischio di buttare via circa 60.000 posti di lavoro.

Una nuova ondata di dati economici negativi non potrà che far precipitare l’Italia in recessione tecnica.

È necessario – concludono – mettere il nostro sistema economico in “terapia intensiva” al fine di curare il malato per ricondurlo ad uno stato di buona salute».



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