Garanzia Giovani, finalmente si parte con il programma comunitario

Lavoro. Non è¨ piè¹ sostenibile un mercato del lavoro diviso fra lavoratori di serie A e lavoratori di serie B. Anche perchè© il problema è¨ che i lavoratori di serie B non diventeranno mai di serie A se quelli di serie A restano immobili e inamovibili

L’editoriale di Francesco Errico*

Il Ministro del Welfare Giuliano Poletti annuncia l’avvio del Programma Comunitario Garanzia Giovani. Sono misure destinate, come è ovvio, a tutti i Paesi Membri, ma certamente si tratta di risorse orientate ad affrontare un problema molto italiano (soprattutto meridionale e quindi anche pugliese): la disoccupazione giovanile.

Perché abbiamo tassi di disoccupazione (ed inoccupazione) giovanile insostenibili? Naturalmente le cause sono diverse ed altrettanto ovviamente la crisi dell’ultimo quinquennio ha acuito lo squilibrio tra domanda ed offerta di lavoro. Ma ci sono problemi tutti italiani che riguardano l’ipertrofia del nostro mercato del lavoro e l’insufficiente collegamento fra istruzione, formazione e lavoro.

 Il mercato del lavoro, la composizione di ceti sociali e categorie professionali, le aspettative e le motivazioni degli individui, non sono gli stessi di 40 anni fa, ma il diritto del lavoro sostanzialmente sì, giacchè è stato concepito quando la grande fabbrica era la struttura portante dell’economia ed il terziario avanzato non si sapeva neppure cosa fosse. Sicchè le protezioni sociali sono state indirizzate verso questi lavoratori ed oggi questa impalcatura penalizza le nuove professioni e lascia senza protezioni sociali la maggior parte dei lavoratori, soprattutto i più giovani.

 Un lavoratore dipendente maschio adulto di un’azienda manifatturiera con più di 15 dipendenti può sostanzialmente contare su una serie di garanzie e protezioni (attività sindacale in azienda, previdenza, protezione contro il licenziamento, ferie pagate, ammortizzatori sociali che comunque gli garantiscono un minimo orizzonte di vita, ecc.), un giovane lavoratore a progetto (se donna peggio ancora) di un’azienda del terziario con meno di 15 dipendenti (la maggior parte) di quelle garanzie non ne ha neanche una. Manco il preavviso. Restano lavoratori “a progetto” per una vita (quando va bene), guadagnano poco (mediamente), sono produttivi (mediamente), spesso sono tecnicamente “disoccupati” e sono tanti. Che diritto del lavoro è quello che si applica ad una parte, ormai minoritaria, della popolazione in età lavorativa?

 Non credo sia più sostenibile un mercato del lavoro diviso fra lavoratori di serie A e lavoratori di serie B. Il problema è che i lavoratori di serie B non diventeranno mai di serie A se quelli di serie A sono inamovibili. Dobbiamo scegliere se vivere in un mercato del lavoro dove è difficilissimo entrare (praticamente una lotteria) ed è, poi, difficilissimo uscire (quasi un risarcimento alle sofferenze patite per entrare), oppure in un mercato del lavoro dove è più facile entrare e relativamente più facile uscire (per poi rientrare).

 Il Programma "Garanzia Giovani" mira ad assicurare ad ogni giovane che non lavora, studia e non è neanche in formazione, una proposta socio professionale coerente con il suo profilo, al termine di un percorso di orientamento nel quale il giovane viene affiancato da una rete di soggetti, dai CPI alle agenzie private, alle associazioni di categoria. Uno sforzo cooperativo assolutamente positivo e del tutto condivisibile, che speriamo dia i risultati sperati. La Regione Puglia, da quello che si sa, si sta attrezzando compiendo un notevole sforzo programmatico ed organizzativo del quale gli va dato atto, perché dovrà dare risposta ad una platea molto ampia di soggetti, spesso confusi e scoraggiati. Certamente senza una riforma sei servizi pubblici per l’impiego sarà difficile ottenere i risultati sperati, in ragione della cronica difficoltà di questi uffici nell’intercettare la domanda di lavoro, che pure esiste. Non va dimenticato che accanto ai giovani scoraggiati esistono gli imprenditori scoraggiati, che non riescono a trovare le figure professionali che cercano ed in questo paradosso i CPI ci mettono del loro.

 Ma al di là di questo, quand’anche come speriamo il Programma sia gestito con efficacia, il giovane si ritroverà davanti il muro invalicabile di cui si parlava, la difficoltà di inserirsi stabilmente nel mondo del lavoro per le contraddizioni e i paradossi prima citati. Senza una vera riforma che tocchi il funzionamento del nostro mercato del lavoro anche “Garanzia Giovani” corre il rischio di essere un’occasione sprecata.

*formatore, esperto di politiche del lavoro e sindacali