Nella visita odierna di Maurizio Leo, Vice Ministro dell’Economia e Finanze, alla Camera di Commercio di Lecce non sono mancate importanti interlocuzioni per l’esponente di Governo. Leo ha difeso la filosofia alla base della Manovra 2024 che la premier Giorgia Meloni ha più volte sintetizzato con dichiarazioni pubbliche tese a ribadire che la priorità che si è data l’Esecutivo è quella di difendere il potere d’acquisto delle famiglie, mettendo più soldi nelle buste paga dei cittadini ed in maniera particolare di quelli con reddito medio-bassi.
Non sono mancate, però, nella fase degli interventi, riflessioni più articolate e critiche sulla ricaduta pratica delle iniziative fiscali del Governo. Tra tutti importante è apparso l’intervento di Eleno Mazzotta, Segretario Generale di Federaziende presente all’ incontro in rappresentanza della Confederazione insieme al Presidente, Simona De Lumè.
“Questa manovra, per come posta – ha detto Mazzotta -, non soddisfa le categorie che noi rappresentiamo perché non aumenta il potere di acquisto delle famiglie. Ciò significa che non ci sarà nel 2024 l’atteso aumento dei consumi. Inoltre, la soglia prevista di 200mila euro per usufruire del Credito D’Imposta Sud è un grosso ostacolo e una perdita di opportunità per le piccole imprese. Riteniamo che sia necessario un correttivo affinchè anche i piccoli artigiani e commercianti del Salento abbiano pari opportunità rispetto alle medie e grandi imprese. D’altro canto il tessuto economico locale è rappresentato da microimprese che per il 70% hanno natura giuridica di ditta individuale”.
Federaziende, numeri alla mano, ha voluto dimostrare che del credito d’imposta previsto dal provvedimento governativo non potranno beneficiare i piccoli commercianti del Salento (percettori di quei redditi medio bassi che il Governo nelle sue intenzioni vorrebbe favorire e aiutare) che non raggiungono la soglia dei 200mila. Non solo, a proposito di redditi bassi Mazzotta ha fatto notare al Vice Ministro Leo che l’aliquota Irpef con scaglione unico fino a 28.000 euro non modifica in meglio la situazione dei cittadini inclusi nella fascia di reddito fino a 15.000,00 euro, per i quali non vi è alcuna riduzione dell’irpef. Soltanto chi si trova ricompreso nello scaglione di reddito tra 15.001 e 28.000 euro vi è una riduzione di imposta lorda del 2%, ma non sarà certo questa riduzione a modificare il tenore di vita facilitando i consumi.
La Zes Unica danneggia piccoli artigiani e commercianti
Mazzotta, nel suo intervento, ha toccato anche la questione della Zes Unica attivata dal Ministro Fitto in sostituzione delle 8 aree agevolate esistenti fino ad ora, tematica sulla quale Federaziende è intervenuta nelle scorse settimane con vari comunicati stampa.
“Con la Zes Unica – ha concluso Mazzotta – si ampliano le aree ricadenti in zona economica speciale di 500 volte. Le 8 Zes, che ora si intendono sostituire con una Zes Unica, nel primo anno di attività hanno richiesto crediti di imposta per 2 miliardi. Mentre ora si dota l’intera Zes unica di soli 1,8 miliardi di risorse. Quindi meno risorse ed opportunità per chi già ricadeva in una zes. La misura del credito d’imposta varia a secondo dell’area e delle dimensioni dell’impresa tra il 15% e il 60% del costo complessivo dei beni agevolabili per ciascun progetto d’investimento ma di importo almeno pari di 200 mila euro. Quindi saranno tagliati fuori i piccoli artigiani e commercianti che sono coloro che usualmente fanno piccoli investimenti”.