Grillo marcia su Roma? No, marcia indietro

La furia francese e la ritirata spagnola del Movimento 5 stelle sono la notizia piè¹ significativa delle elezioni del 25 maggio. Gli italiani si sono spaventati di fronte al disfattismo e hanno scelto la normalità della politica

La marcia su Roma del Movimento 5 Stelle non ci sarà. I programmi sono cambiati. Jeans, tute, scarponi da trekking e sacchi a pelo sono stati risposti negli armadi. A Roma si andrà al massimo per partecipare all’Angelus del Papa la domenica mattina.

La marcia che il Movimento 5 stelle potrà fare sarà verso la campagna o al mare, del resto la stagione li giustificherebbe a pieno.

Sarebbe stato più difficile da giustificare, invece, un voto di protesta verso il deserto della politica, dove non crescono fiori, ma si tagliano solo rami secchi e a furia di tagliare si tagliano anche gli alberi buoni, come spesso accade.

Ma non questa volta, perché gli specialisti del taglio non servono più all’Italia, la quale ormai s’è desta. Per fortuna.

La tentazione di mandare a quel paese tutta la “razza dei politici di razza” l’abbiamo avuta anche noi e nelle cose che sono state dette da Grillo c’era del buono, soprattutto del vero. Erano i toni che non andavano bene. Se non avesse spaventato le persone normali, anche quelle lo avrebbero votato.

E invece non lo hanno fatto, perché non si irride l’inno nazionale, non si offende il Tricolore e sicuramente non il Presidente della Repubblica. Chiunque esso sia e qualunque cosa egli faccia è sacro.
Quindi niente trionfo per il Movimento 5 stelle e nessuna marcia su Roma, ma una bella marcia indietro.