UniFormazione sbarca in Cina per la prima edizione di IDEE

L’esperienza in Cina di Uniformazione Lecce alla prima edizione di IDEE, International Digital Education Event, dedicata alla formazione digitale.

Si è tenuta ad Hangzhou in Cina per la prima edizione di I.D.E.E. 2018, International Digital Education Event, dedicata alla formazione digitale internazionale organizzata da enti ed istituzioni governative cinesi.

Alla rassegna culturale ha preso parte anche un’azienda leccese – UniFormazione, realtà formativa già presente non solo sull’intero territoriale nazionale, ma anche europeo, attraverso esperienze Erasmus e altri programmi della commissione europea

Abbiamo contattato la responsabile Uniformazione Lecce, Carla Miglietta per farci raccontare la sua esperienza.

“Tutto ha inizio nel mese di settembre quando io e la mia collega, Tina Russo, ci recammo a Milano per lavoro e qui, quasi per caso, venimmo a conoscenza di una selezione che GB Italia, azienda specializzata nella promozione di realtà italiane in Cina, stava effettuando per conto di organizzazioni governative cinesi. La selezione riguardava percorsi formativi di particolare interesse. GB ITALIA aveva già selezionato gran parte dei progetti di enti ed istituzioni italiani che sarebbero stati poi presentanti in Cina. Così, senza pensarci troppo, abbiamo pensato di provarci, senza troppe aspettative di successo, ma perché no?”

Quale progetto avete così presentato?
Tra le nostre attività formative, proprio nel mese di luglio siamo riusciti a far approvare dall’Università di Bucarest “Dimitrie Cantemir”, un percorso di studio, di concerto con l’Istituto Alberghiero “Aldo Moro” di Santa Cesarea Terme. Il corso “Operatore enogastronomico della Ristorazione italiana” si pone come obiettivo, oltre a quello formativo, ovvero la creazione di figure professionali come lo Chef, il wine expert, pastri chef, il pizzaiolo, vi è anche quello di portare l’italianità culinaria nel mondo, soprattutto con i prodotti made in Italy con particolare attenzione, ovviamente, a quelli tipici pugliesi, olio, pasta, vino. E questa è stata la chiave per la Cina.

Come avete saputo di aver superato la selezione?
La notizia arrivò a metà ottobre, attraverso un invito ufficiale da parte del governo cinese per esporre il nostro progetto ad Hangzhou, all’interno della fiera IDEE. Un po’ attonite ci guardammo e pensammo: “si va in Cina”. Chiamai subito il dirigente dell’Istituto “Aldo Moro”, il prof. Paolo Aprile, a cui va tutta la mia riconoscenza per avermi, un po’ di anni fa, avviata in questo mondo, facendomi credere nelle innumerevoli potenzialità che ci sono nella formazione enogastronomica.

Che interesse avete riscontrato in Cina verso il made in Italy?
Grande, grandissimo interesse. La nostra postazione era quella più frequentata, abbiamo infatti siglato numerosi accordi con Campus Cinesi, come ad esempio l’HFLS, Hailiang Foreign Language School, importantissima istituzione cinese con più di 70.000 studenti, fondata nel 1995, un Campus giovane, aperto al mondo e per fortuna indirizzato all’Italia, in particolare alla Puglia.

Abbiamo incontrato Società di formazione di ogni tipo, anche aziende turistiche molto interessate al connubio enogastronomico-turistico.
Proprio in questi giorni abbiamo ricevuto una proposta di collaborazione da una società, Junhsua Chine che intende inserire nella sua offerta formativa il nostro corso di formazione con l’obiettivo di condurre nel Salento, gruppi di giovani cinesi sia per acquisire competenze professionali in materia di enogastronomia italiana, sia per conoscere il nostro bel paese, passando dalla tavola.

È stata un’esperienza unica, nel suo genere, che ha consentito di confrontarci con il mondo e creare nuove sinergie formative, volte all’evoluzione e alla ricerca, intesa come baluardo di formazione di eccellenza e al tempo stesso nuova. Ritengo, infatti che, proprio nel campo della formazione non si possa non uscire dagli schemi mentali e tipici di chi non si mette in discussione e di chi si improvvisa “formatore”.
Tutto deve passare dalla ricerca e dalla formazione, ma quella “bella”, quella fatta bene, quella oltre ogni confine territoriale e mentale, perché solo se si è aperti al confronto si impara, si progredisce, ci si forma.

Spero di potervi raccontare presto il secondo capitolo, vi anticipo che è in cantiere un’altra avventura targata Uniformazione.



In questo articolo: