Il Gallipoli dei miracoli di Barone va. Ma la società si sente abbandonata e attacca l’Amministrazione

Il Presidente Marcello Barone si sente lasciato solo dall’Amministrazione Comunale di Gallipoli. Sul campo la squadra va a mille, ma il patron chiede maggiori sforzi da parte del Sindaco a cui rinfaccia di non aver mantenuto le promesse estive.

Ci risiamo, passa il tempo ma la questione resta una ed una sola. A Gallipoli chi prende in mano le redini della squadra e si sobbarca i costi di gestione di un fenomeno sportivo, quello calcistico, che tanta importanza ha nella sfera sociale ed anche in quella economica – vista la funzione di promozione territoriale che il pallone porta con sé – resta solo. O almeno così dice. Sono passati gli anni, ma dopo le esternazioni di Vincenzo Barba sul disinteresse generale intorno alla squadra, adesso continuano con cadenza quasi mensile quelle del nuovo patron Marcello Barone che sul campo sta conseguendo risultati roboanti – grazie anche alla sapienza del suo staff dirigenziale capitanato dall’indomito Mino Manta -, tanto che in molti parlano del Gallipoli dei miracoli, molto simile a quello del Gallipoli degli invincibili di qualche anno fa. Barone ne ha per tutti, per il Sindaco Francesco Errico in primis: «Con molto rammarico, ci troviamo costretti, ancora una volta, a constatare di essere stati raggirati dall’Amministrazione comunale di Gallipoli. Era il 18 giugno quando, in un’assemblea pubblica, il Sindaco Errico aveva assunto dei precisi impegni nei confronti della società, facendosi garante che quanto detto in quella circostanza fosse portato a compimento. Dopo più di tre mesi, la triste verità parla, nuovamente, di promesse non mantenute e di scarsa collaborazione: basti pensare che l’iscrizione al campionato di Serie D è stata coperta dall’Azienda Barone, senza che l’impegno da parte dell’Amministrazione, più volte ribadito, sia stato mantenuto.»

Inutile dire che le amministrazioni comunali molto spesso sono costrette a stringersi nelle spalle: non hanno disponibilità per venire incontro alle drammaticità sociali figuriamoci se possono accantonare qualcosa per lo sport…Però è anche vero che ruolo della politica deve essere quello di creare consapevolezza sociale: chi ha responsabilità di guida di una collettività deve sentirsi chiamato a riunire intorno ad un tavolo imprenditori e professionisti del territorio per chiedere uno sforzo in più. Uno sforzo che come diceva in tempi passati il patron Vincenzo Barba deve essere necessariamente di carattere economico: “Basta con le mani alzate in aria a gridare ‘bravo, bravo, bravo’…Abbassate le mani e le braccia in direzione tasche e profondete uno sforzo concreto”

Parole profetiche ieri come oggi. Ma Marcello Barone è più amaro nella sua chiosa, quasi scoraggiato: «I risultati raggiunti fino ad ora sono stati eccezionali, limpidi e sotto gli occhi di tutti: da quattro anni questa società si prodiga, con programmazione e serietà, per dare lustro e visibilità a Gallipoli, ma è stufa di essere continuamente presa in giro. Viene, evidentemente, il sospetto che quanto di buono fatto non sia ben accetto dai nostri interlocutori istituzionali. Noi, però, non vogliamo più disperdere preziose energie in inutili guerre e lotte contro i mulini a vento: a questo punto, chi ha deciso di remarci contro venga allo scoperto e ci faremo da parte, senza problema alcuno. Perché questo continuo gioco da ‘Pinocchio’ è un’offesa al sottoscritto, ai miei collaboratori, ai tifosi del Gallipoli ed all’intera cittadinanza».

Un vero peccato rompere un giocattolo che sta facendo sognare la città. Basterebbe parlarsi un po’ di più per evitare scivolate di sorta. Le macchine perfette non possono correre il rischio che qualche granello di sabbia le inceppi. Gallipoli e il Gallipoli non lo meritano.



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