«Coclite non vive il centro storico». I commercianti del Corso rispondono all’assessore

Dura presa di posizione del portavoce del Comitato Commercianti del Corso, Luca Lazzaretti. Gli operatori del proprio ingegno avrebbero avuto assegnate altre aree e non Corso Vittorio Emanuele

«Il degrado in Corso Vittorio Emanuele esiste, eccome.» Il Comitato Commercianti del Corso, attraverso il suo portavoce, prende carta e penna e replica parola per parola alle dichiarazioni di Luigi Coclite. Ieri, infatti, l’Assessore al turismo e al marketing territoriale del Comune di Lecce aveva accusato i commercianti di Corso Vittorio Emanuele di provincialismo: la loro polemica sugli stand degli operatori del proprio ingegno non avrebbe dovuto attecchire, poiché in ogni città turistica che si rispetti, a questi artigiani viene data la possibilità di esporre e vendere le proprie produzioni artigianali.
 
Luca Lazzaretti, intanto, ricostruendo gli eventi, tiene a precisare che sulla base del regolamento degli operatori dell’ingegno varato il 16 dicembre del 2013 sarebbero Via Rubichi e Via Libertini le location individuate per tale tipo di esibizioni. Non certo Corso Vittorio Emanuele:
 
«L’Amministrazione ha emanato 3 delibere su pressione dell'associazione degli operatori dell'ingegno i quali non  hanno mai voluto occupare e mai hanno occupato le aree a loro destinate nel centro storico della città quali via Rubichi e Piazzetta Castromediano individuate dalla stessa amministrazione:
 

  1. Delibera 287 del 14/04/2014 che prevedeva l'estensione dell'area finale di via Libertini, solo come integrativa delle aree previste da regolamento (anche se quest'area è stata la prima ad essere stata occupata ad inizio stagione);

     2. Delibera 30 del 22/05/2014 con la quale è stato modificato l'articolo 17 del regolamento integrando a pieno titolo l'ultimo tratto di via Libertini e riservandosi la possibilità di posizionare gli operatori in            tutti i luoghi pubblici che la giunta riterrà di individuare; 

  1. Delibera 608 del 31/07/2014 individuazione dell'area antistante l'ex Caserma Cimarrusti. »

 
Insomma, l’accusa è quella di una confusione amministrativa che reca danno ai commercianti del corso di Lecce che porta a Piazza Duomo, Piazza Sant’Oronzo e al centro storico in genere «poiché in poco più di 7 mesi sono state emanate tre modifiche sostanziali di un regolamento che l'amministrazione comunale ha impiegato circa un anno per elaborare.»
 
Ma la polemica poi si estende sulla definizione stessa di operatori dell’ingegno: «Vorrei fare presente all'assessore Coclite che quelli che si definiscono operatori dell'ingegno molto spesso vendono articoli che non producono in loco (per poter fare la ceramica non è possibile farla sul posto e tanto meno la cartapesta) o addirittura negli anni abbiamo anche assistito a vendita di tamburelli made in China. Gli stessi operatori utilizzano banchetti di dimensioni superiori a quelli consentiti anche corredati di ombrelloni da spiaggia.»
 
E ancora: «Volevo inoltre far presente che nella definizione di operatori dell'ingegno è fondamentale la temporaneità della vendita che non può diventare continuativa (infatti in molte città d'italia si fanno dei mercatini un giorno alla settimana per l'esposizione delle persone appartenenti a tale categoria) il che distingue tale categoria da un impresa artigiana, mentre tale qualifica non può essere un lascia passare per poter esercitare qualsiasi tipo di attività nella via maggiormente affollata della città per 10 mesi l'anno di cui almeno tre per 12 ore consecutive. Inoltre gli stessi dovrebbero produrre una quantità limitata di manufatti (con una minore capacità contributiva per nulla paragonabile ad un impresa artigiana).»
 
Quanto al degrado del corso, poi, vero oggetto del contendere tra Comune e commercianti, Lazzaretti conclude con una fotografia di quanto accade quotidianamente: «Secondo l'assessore non ci sono attività nella zona interessata o ce ne sono pochissime cosa non vera in quanto fanno parte del comitato una serie di attività che lamentano anche situazioni di degrado legate alla presenza degli operatori che stando nella zona per dodici ore devono fare tutto quello che fanno tutte le persone normali in 12 ore , compreso dormire.»
 
Insomma la polemica non si placa e si attendono nuove puntate.



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