Il nuovo codice della strada (d.lgs 30 aprile 1992 n 285) all'art. 208 stabilisce che i Comuni devono destinare i proventi delle sanzioni pecuniarie per la violazione al medesimo regolamento – nella misura minima del 50% per le finalità di miglioramento della sicurezza stradale – ad interventi a tutela delle fasce deboli( bambini, disabili, pedoni e ciclisti) per la mobilità ciclistica, barriere architettoniche e via dicendo, stabilendo anche la misura di quanto destinare ai diversi obiettivi.
Il 50 % rappresenta la misura minima, in quanto resta facoltà dei Comuni destinare in tutto o in parte, eventualmente, la restante quota del 50% dei proventi incassati dalle multe citate finalità. Ad esempio, la manutenzione delle strade di proprietà comunale ed alla sistemazione del manto stradale delle stesse.
“Ora che cosa aspetta la giunta a cui compete ogni anno indicare quanto e quale debba essere l'utilizzo degli introiti delle multe deliberare di destinare il 100% agli obiettivi indicati dalla legge ed in particolare – scrive in una nota stampa Antonio Rotundo, consigliere comunale PD – considerato che la nostra città è tra le prime 15 in Italia per pericolosità nella circolazione, predisporre un piano attraverso cui programmare la sistemazione delle buche delle strade e la messa a norma degli attraversamenti pedonali?”.
“I proventi delle multe – conclude poi l’esponente leccese di centrosinistra – non possono continuare ad essere usati per coprire i buchi di bilancio quando lo stato delle nostre strade è a livelli di terzo mondo e per le buche si utilizza una piccolissima parte di quelle entrate, così come per le piste ciclabili e l'abbattimento delle barriere architettoniche”.