Amministrative, retromarcia di Alfano: ‘Si vota solo domenica’

Il governo fa retromarcia: le prossime elezioni amministrative si terranno il 5 giugno. Il ministro Alfano: ‘Lasciamo le cose come stanno’. Federica De Benedetto, vice coordinatrice regionale FI Puglia: ‘la disaffezione dei cittadini non si combatte contando le ore alle urne’

Se non è stata una vera e propria retromarcia, poco ci manca. Dopo aver lanciato l’idea di abbandonare l’election day e di estendere l’apertura dei seggi su due giorni, il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha deciso di chiudere la ‘chiacchierata’ proposta in un cassetto: si voterà soltanto domenica sia alle ormai imminenti amministrative, fissate per il prossimo 5 giugno, sia al referendum sulle riforme costituzionali di ottobre, sul quale il premier Matteo Renzi ha puntato tutto, persino la sopravvivenza stessa del suo governo.
 
Tramonta definitivamente, quindi, la possibilità per gli elettori di recarsi alle urne anche il lunedì. Fatto che avrebbe – almeno questo era l’intento – favorito una maggiore affluenza alle urne. E poco importa se ciò sarebbe avvenuto a discapito dei costi.
 
Alla fine però tutto si è concluso in un nulla di fatto. Come ha precisato lo stesso ministro motivando questo cambio di linea «di fronte alle tante polemiche pretestuose e strumentali sia riguardo i costi sia riguardo a chissà quali strategie occulte che sarebbero state alla base di questa mia iniziativa ho ritenuto opportuno lasciare le cose così come stanno».
 
Secondo Federica De Benedetto, vice coordinatrice regionale FI Puglia, la disaffezione dei cittadini non si combatte contando le ore alle urne. «Cambiare le carte in tavola a poche settimane dal voto  – ha commentato  –  sarebbe apparso quanto mai surreale, tanto più da parte dello stesso governo che ha negato l'election day per il Referendum, spendendo soldi pubblici per un chiaro tornaconto politico.
 
Secondo la De Benedetto è l'approccio al problema ad essere sbagliato. «Qualche ora in più per compiere un dovere civico e recarsi alle urne può sicuramente far comodo, specie nel bel mezzo di un ponte come quello in questione – continua – ma non basta per vincere la disaffezione dei cittadini. L'astensione non si combatte a fasi alterne né a seconda degli obiettivi, ma con la quotidiana pratica della buona politica e della progettualità a lungo termine. Diversamente, potremmo tenere aperti i seggi per l'intero fine settimana, ma resterebbero desolatamente deserti». 



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