“Prendo atto delle dichiarazioni di Perrone in ordine alla sua autoinvestitura di Capogruppo e a questo punto mi riservo di riconsiderare la mia collocazione in Consiglio Comunale”. Ancora una volta volano scintille tra l’ex vicesindaco di Lecce Gaetano Messuti e l’ex Primo Cittadino Paolo Perrone. Dopo la diatriba sulla candidatura a sindaco che sarebbe stata gradita a Messuti e sempre perentoriamente bocciata da Perrone, e dopo i veleni post-elezione sulle responsabilità della debacle del centrodestra, stavolta il terreno di scontro è quello per il ruolo di capogruppo di Direzione Italia in Consiglio Comunale.
Una ‘lotta’ tra i due che vede da un lato un sindaco uscente con vent’anni di amministrazione alle spalle (di cui 10 in prima linea) e candidato al Consiglio più suffragato; dall’altro un apprezzato ex Assessore che puntava a un ruolo centrale nella coalizione azzurra e che ha apertamente dichiarato di essere alternativo al sindaco uscente.
Divisi da una manciata di preferenze, il ruolo – ambito – di capogruppo fa gola a tutti. Non solo perché dà diritto di voto in seno alle Commissioni, ma anche e soprattutto perché offre un posto privilegiato nel dibattito politico, a pochi mesi dalle elezioni per il nuovo Parlamento.
Tanti sono stati gli incontri in partito, mediati dall’onorevole Roberto Marti, attraverso i quali si è cercato di trovare la quadra, ma senza riuscirci. Uno stallo non di poco conto, ma che sembrava essere superato dopo le dichiarazioni di Perrone che ha comunicato di essere lui il prescelto, forte del risultato elettorale e della sua esperienza da ex sindaco, senza però alcun passaggio di ulteriore confronto.
Una uscita che però non è stata gradita a Gaetano Messuti che ha affidato a Facebook il suo sfogo: “prendo atto – scrive ancora l’ex Assessore ai Lavori Pubblici – che questo è l'usuale modo di fare politica di Perrone, modalità che mi ha visto in posizione alternativa in campagna elettorale e che lo ha reso responsabile principale della sconfitta del centrodestra”.
Non ci va per il sottile, insomma, fino a un clamoroso passaggio finale: “a questo punto – si legge – mi riservo di riconsiderare la mia collocazione in Consiglio Comunale, luogo naturale ove dette determinazioni devono essere assunte”.
Insomma, a questo punto la spaccatura appare inevitabile e insanabile: Messuti minaccia di salutare il partito fittiano, andando a cercare protagonismo altrove, lasciando di fatto campo libero a Paolo Perrone.
