Attività socialmente utili, arriva la sospensione: in ansia oltre 470 persone

Presidio a ridosso della Prefettura di Lecce, questa mattina, da parte di alcuni lavoratori che operano nel settore delle attività socialmente utili. Dalla Provincia comunicano la sospensione, ma i sindacati non ci stanno

Preoccupa la condizione di ben 476 lavoratori e lavoratrici che da decenni, ormai, sostengono le proprie famiglie grazie ad un sussidio. Parliamo di persone che da circa vent’anni vivono con quest’importantissimo aiuto economico erogato dall’Inps, poiché rientranti a pieno titolo nella categoria degli ammortizzati. Poi ti arriva la comunicazione che non aspetti da parte della Provincia di Lecce (Settore Politiche Culturali, Sociali, di Parità e del Lavoro, Servizio Formazione e Lavoro): immediata sospensione temporanea delle attività svolte dai dipendenti socialmente utili. Ciò è dovuto alla mancata firma del decreto autorizzante da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Inquadratura drammatica che, ovviamente, ha fatto saltare dalla sedia i sindacati provinciali di Cgil, Cisl e Uil; risiede in tale ragioni il presidio avvenuto questa mattina ad opera dei diretti interessati, presso la Prefettura di Lecce, al fine di accelerare le procedure per l’emanazione dei provvedimenti necessari.

«L’Ente Provincia non aveva alcuna autorevolezza nel comunicare la sospensione delle attività riguardanti i lavoratori socialmente utili – sottolinea il segretario Cgil Lecce, Antonella Cazzato, ai microfoni di Leccenews24.it. Abbiamo a che fare – prosegue – con 476 persone che garantiscono vitali funzioni e servizi non solo per conto della Provincia, ma anche delle amministrazioni comunali. La cosa grottesca, però, è che le risorse non mancano – prosegue – perché fino al 31 dicembre 2014 persiste una convenzione sottoscritta, fra l’altro, da Regione Puglia e Ministero del Lavoro; assurdo togliere il sussidio»

«I lavoratori socialmente utili devono ricevere più rispetto – dichiara invece Luigi Albetta, segretario Cisl Funzione Pubblica Lecce – poiché sono anni che mantengono i servizi essenziali degli Enti. Molti, ad esempio, operano proprio negli uffici. Serve un’attenzione diversa, da parte del Governo e dei Comuni, in riferimento anche alle dotazioni organiche. Diano un’indicazione di stabilizzazione»

«Questi lavoratori stanno ricoprendo ruoli sociali in settori che vedono in primo piano scuole, mense, scuolabus, asili, ambiente – sostiene Alberto Valentini, segretario Uil Temp – pertanto, come il Governo Renzi sta stabilizzando il mondo della Scuola, così faccia anche per loro. C’è da aggiungere un fattore – conclude – si parla tanto di articolo 18: va bene estenderne i diritti a tutti quelli che non ne godono. E sarebbe ora valutare il caso in questione; qui c’è di gente che non ha diritto alla pensione, poiché i contributi non vengono pagati. Sono solamente figurativi».

Dopo la protesta di oggi il presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone ha voluto dire la sua sulla vicenda e ha manifestato tutta la sua preoccupazione per una situazione che dovrebbe essere di competenza del Governo: “Il Governo risolva al più presto la vertenza degli ex LSU italiani e trovi una soluzione al rimpallo di pareri e ipotesi che si sussegue in queste ore tra il Ministero del Lavoro e la Corte dei Conti. Tocca al Governo garantire l’adeguata copertura finanziaria che il Ministero non garantisce, destinata al mantenimento di ben 493 posti di lavoro ex LSU in tutti i comuni della Provincia di Lecce. Diversamente l’allarme sociale sarebbe elevatissimo. Il Governo non ha infatti ancora comunicato ai territori se saranno o no stanziati i fondi a copertura delle retribuzioni di questa particolare categoria di lavoratori; lavoratori che invece andrebbero maggiormente e fortemente tutelati, in un quadro sociale e economico in difficoltà crescente e sullo sfondo di una crisi economica perdurante che al Sud e nel Salento morde migliaia e migliaia di disoccupati”.

Gabellone termina il suo intervento così: “Per questo, già in mattinata, sono stati inviati telegrammi urgenti di richiesta di convocazione o di apertura di un confronto sulla materia al Presidente del Consiglio dei Ministri Renzi, al Ministro dello Sviluppo Economico Guidi, al Governatore di Puglia Vendola ed all’Assessore al Lavoro Caroli, a questi ultimi a chè la Regione Puglia si renda interprete di un adeguato ruolo in questa delicata vicenda”.