Se c’è un merito che Carlo Salvemini ha è quello di essere chiaro. Il primo cittadino sta giocando perfettamente la sua partita da quando il Consiglio di Stato ha dato ragione al Tar di Lecce sul premio di maggioranza ora nelle mani del centrodestra. Ha detto fin da subito che non si sarebbe dimesso per non tradire i cittadini che, al turno di ballottaggio, lo hanno portato a sedere sulla poltrona più alta di Palazzo Carafa e, anche, per evitare di far guidare la città ad un Commissario prefettizio per oltre 15 mesi, troppi per il capoluogo barocco.
Rispettando la sentenza definitiva dei giudici amministrativi, Salvemini ora fa leva sulle divisioni interne nel centrodestra che erano già note durante le amministrative, consegnando la patata bollente ai consiglieri di quella parte politica ora diventata determinante.
Due le strade che il primo cittadino ha “suggerito” ai suoi avversari in un lungo post su Facebook in cui ha annunciato il Consiglio comunale, fissato domani mattina alle 9.30, dove verificherà, con i numeri, la possibilità di garantire il Governo della città sulla base del programma su cui ha basato il suo consenso.
Queste le possibilità: «Presentare entro venerdì mattina le firme per lo scioglimento del consiglio comunale e portare la città al voto entro l’estate del 2018, con un commissario in carica per pochi mesi o bocciare il bilancio di questa amministrazione quando verrà presentato in aula (entro la metà di marzo) e quindi – nel ribadire il giudizio politico negativo sul sindaco e alla sua giunta – portare la città al voto entro l’estate del 2019, con un commissario in carica per oltre un anno». Una sfida in piena regola lanciata a chi ora dovrebbe avere il coraggio di assumersi le sue responsabilità.
Tertium non datur, scrive… mettendo nero su bianco quanto dichiarato nella conferenza stampa all’Open Space insieme al suo braccio destro, Alessandro Delli Noci: non c’è una terza strada, né ora né mai. «Non posso accogliere, la proposta di chi nel centrodestra mi invita “a seguire le indicazioni della maggioranza consiliare nella guida politico-amministrativa della città”. Sono stato eletto sindaco per portare un cambiamento dopo un lungo ciclo di governo, non per essere il portavoce di un continuismo deciso da altri».
Insomma, nessuna apertura: o convergono sul programma presentato o possono tranquillamente andare a casa, prima o dopo il 24 febbraio a qual punto poco importa. Al massimo, potranno presentare qualche proposta che sarà valutata.
In realtà, l’alternativa netta presentata da Salvemini nasconde qualche zona grigia perché sarà interessante andare a verificare quale componente dell’attuale maggioranza terrà in vita il Governo: saranno quelli di Forza Italia? Saranno quelli di Grande Lecce che nel frattempo sono diventati Lega? Saranno quelli di Fratelli d’Italia? Saranno quelli di Direzione Italia? Sarà quello eletto nella lista perroniana di Lecce città del Mondo? Anche questo sarà un nuovo esperimento politico tutto da vedere a dimostrazione che talvolta, il Tertium può essere datur.
