Centrodestra senza più leader al Sud. Adesso tutto è possibile.

Nell’editoriale di oggi analizziamo, dopo quella del centrosinistra, la disfatta elettorale del centrodestra in provincia di Lecce. Molti i motivi della sconfitta e all’orizzonte non si vede la nascita di un nuovo capo carismatico.

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Possono dire ciò che vogliono i vecchi signori della politica ma da queste parti i blocchi armati di centrodestra non esistono più. Segnali di cedimento se n’erano già visti ma adesso è tutto molto chiaro.

I risultati di Forza Italia non sono stati incoraggianti, l’idea balzana di catapultare candidati fuori contesto territoriale ha prodotto le attese conseguenze, tutti bocciati. Il fatto che Gino Vitali sia “rientrato in Parlamento” non copre la sua sconfitta elettorale e maggiormente quella politica, è bene che Forza Italia decida di cambiare registro se ci tiene al suo elettorato. Questo rito insalubre delle candidature decise al chiuso di una stanza dal leader supremo, a mille km di distanza, determina lo scoramento di tutte le file intermedie del centrodestra e suona beffardamente alle orecchie di chi la politica pensa di volerla fare sul serio.

Sul fronte Lega il quadro è chiaro, il centrodestra cerca forze di destra ma ha bisogno di colonnelli forti e non di caporali senza nemmeno il sacco d’ordinanza. Fino a quando Salvini non legittimerà  i suoi coordinamenti periferici a pieno titolo, il salto di qualità del partito nazionale non ci sarà.

Fratelli d’Italia aveva l’occasione della vita, ma l’uragano grillino gliel’ha soffiata di soppiatto. Saverio Congedo, figura amata della politica salentina, si arrende all’incredibile, mentre Paolo Perrone resta al palo, raccogliendo due vistose bocciature politiche in pochi mesi, (sono lontani insomma i tempi fulgidi del sindaco più amato d’Italia).

Chi incassa una sconfitta travolgente è Noi con l’Italia che raccogliendo sotto uniche insegne delusioni e vissuti di vecchi amori berlusconiani non è andato oltre l’1,5 per cento dei consensi, quasi insidiato da Casa Pound che in solitaria arriva praticamente all’1.

Per Raffaele Fitto l’esilio brussellese si è rivelato drammatico. Gli ultimi 4 anni per l’ex delfino di Berlusconi sono stati un incubo, difficile pensare che possa ritornare ai vecchi fasti con un fardello di 30 anni di politica su 48 d’età che ne fanno il più anziano politico di questa alleanza elettorale, in termini di militanza nelle istituzioni politiche (esiste da prima di Berlusconi stesso).

Ma l’elemento più interessante nella diaspora del centrodestra pugliese e salentino è l’assenza di leader nuovi, di cavalli rampanti, di fenomeni in ascesa. Problema analogo per tutto il Sud, le principali forze politiche hanno tutti capi provenienti dal centro nord, che certamente ben rappresenteranno le istanze e gli impulsi di quei territori.



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