“Governo e tradimenti”, i No-Tap contro i Cinque Stelle. Il né qui né altrove è diventato forse…

Da “opera inutile” a “c’è un trattato” il passo è stato breve per i Cinque Stelle, accusati di tradimento dal Movimento No-Tap. Intanto, la Ministra Barbara Lezzi prova a chiarire, una volta per tutte, la sua posizione sul gasdotto.

Parla di “resa dei conti” il Movimento No-Tap, una volta appresa la notizia del prestito da 500 milioni di euro che il board della Banca Europea per la Ricostruzione e lo sviluppo avrebbe destinato alla realizzazione del gasdotto, l’opera considerata “strategica” per non dipendere più dalla Russia grazie al gas proveniente dal Mar Caspio. Un via libera ottenuto anche con il placet del rappresentante italiano, Filippo Giansante nominato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze che è partecipata di questa banca europea.

«Che le promesse fatte in campagna elettorale dalla forza politica più votata, che parlava di giustizia, ambiente e cambiamento fossero soltanto una truffa, una menzogna, come quelle di TAP, era un timore che, oggi, è diventato realtà» si legge nell’articolo pubblicato sul sito ufficiale del Movimento dal titolo inequivocabile «Governo e tradimenti».

Esattamente come accade nelle migliori famiglie, anche quelle più affiatate, dove può capitare che qualcuno non tenga fede agli impegni di fedeltà e lealtà presi, gli attivisti constatano ai pentastellati di essersi “dimenticati” delle battaglie condivise, prima e dopo la campagna elettorale.

«Che fine ha fatto il rispetto per quell’elettorato che nel Salento aveva votato in massa i 5 stelle? A questo punto – concludono – è bene che Luigi di Maio faccia outing e con lui la Ministra per il Sud, Barbara Lezzi dicendo che per loro TAP è una battaglia da sacrificare per il bene del loro progetto di Governo. Meglio essere chiari con il popolo, meglio ammettere il tradimento che nasconderlo come fanno i vigliacchi».

La Ministra si difende

Un titolo che recita: «Lezzi: TAP mani legate», diventa l’occasione per la senatrice per difendersi e chiarire, una volta per tutte, la sua posizione. Otto i punti – affrontati nel lungo post pubblicato sulla sua pagina Facebook – per spiegare cosa stanno facendo in concreto i Cinque Stelle per fermare l’opera.

Dopo aver ricordato che il M5S è sì al Governo, ma ha la maggioranza grazie ad un contratto con un’altra forza politica, la senatrice tocca anche la questione del finanziamento della Bers a favore di Tap: «il MEF – scrive – deve onorare il trattato ereditato che impegna l’Italia ad agevolare autorizzazioni e ad agire in tutte le forme per non ostacolare l’opera». Quindi? Il né qui né altrove è diventato forse…perché sul tavolo ci sono tanti aspetti da valutare oltre al trattato internazionale ratificato da 5 anni che “lega mani e piedi”: “impatto ambientale, penali, credibilità del nostro Paese, accordi siglati per diminuire il consumo di fonti fossili ecc. ecc. ecc.”

«Durante molti dei miei comizi – conclude – ho sempre severamente accusato il Partito Democratico di aver legato mani e piedi il nostro Paese con l’accordo. Non ho mai sottovalutato la grave azione commessa ma ho anche detto, e ripetuto oggi, che faremo di tutto per sciogliere i nodi. Ma è necessario evidenziare le enormi difficoltà. Non tutti i media hanno riportato correttamente il mio pensiero».



In questo articolo: