‘Il blocco delle barbatelle ci costa 20milioni di euro’. Capone scrive a Martina ed Emiliano

Lettera aperta del parlamentare del Partito Democratico al Ministro Maurizio Martina ed al Governatore di Puglia Michele Emiliano. La richiestà è una sola: rivedere in sede europea il Piano Silletti per salvare agricoltura e imprenditori.

Il consiglio monotematico svoltosi a Otranto nei giorni scorsi ha finalmente squarciato il velo dell’ipocrisia. Difficile che nel Salento e probabilmente in Puglia si possa parlare di agricoltura come comparto intorno al quale costruire un nuovo futuro se le determinazioni della Unione Europea rimarranno quelle assunte fino ad ora.

Determinazioni che sono state fatte proprie dal Piano Silletti e che prevedono due punti sui quali il territorio non può e non deve transigere sia in merito allo stop delle esportazioni perfino delle barbatelle da parte dei vivai della salentini che in tema di eradicazioni di ulivi intorno alle piante infette nella cosiddetta fascia cuscinetto.

Si pensi che il solo blocco delle barbatelle, le piccole piante di vite, rifiutate da paesi importatori come Algeria e Francia, rischia di produrre danni per oltre 20 milioni, stroncando un segmento d’eccezione che, per altro, al momento non ha competitor sul mercato nazionale. Il danno che ne riceva il Salento e la Puglia è incommensurabile.
 
Proprio per questo è giunta forte la presa di posizione di molti parlamentari del territorio che, come Salvatore Capone, hanno scelto di sottoscrivere la Mozione di impegno al Governo, a prima firma Mongiello e approvata dalla Camera il 4 giugno scorso, per chiedere in maniera scevra da qualsiasi fraintendimento che la trattativa tra l’Italia e l’Europa ridiscuta immediatamente su due punti specifici: il blocco ai vivai, con la revisione del numero di specie fino ad ora considerate a rischio e l’obbligo di eradicazione per tutte le piante distanti nel raggio di 100 metri dagli ulivi malati nella fascia cuscinetto.
È chiaro che l’intervento della Regione Puglie e del Ministero Italiano dell’Agricoltura, nelle persone del nuovo governatore Michele Emiliano e del titolare del dicastero Maurizio Martina, deve essere rapido e soprattutto coordinato, per veitare che i ritardi del passato siano acuiti dalla confusione del presente.
 
Al Presidente Emiliano ho scritto per ricordare come l’emergenza xylella significhi, sempre più evidentemente, anche la crisi – irreversibile, se non saranno adottate misure correttive adeguate – del vivaismo salentino e pugliese e del vitivivaismo idruntino. E per sottolineare come “un’alleanza istituzionale capace di una triangolazione tra azione regionale, azione parlamentare, azione ministeriale e del Governo possa moltiplicare le nostre possibilità e rafforzare anche l’interlocuzione in sede europea. Ho poi invitato il Ministro Martina a tornare nuovamente in Puglia e nel Salento sicuramente dopo il necessario confronto con la Regione Puglia e le successive intese, nella certezza che la xylella possa rappresentare una occasione se sapremo guardare senza veli alla nostra agricoltura, alle sue enormi potenzialità ma anche alle sue criticità e arretratezze, e credo che su questa via la collaborazione tra Regione e Ministero, se preceduta da una intesa forte, potrà dare esiti molto interessanti anche nella delineazione di nuove politiche per l’agricoltura a partire dall’emergenza”.

Questo il senso delle lettere aperte che Capone ha inviato ai due destinatari d’eccezione. L’agricoltura in generale, l’ulivicoltura, il florovavismo e il vitivaismo in particolare non possono più aspettare. I tempi di azione della politica europea devono essere ridotti e solo l’azione sinergica delle istituzioni italiane può contribuire a questa necessità.



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