Autonomia differenziata, ottimo impegno del Pd. Ora serve un movimento popolare e democratico per fermare il Ddl Calderoli

L’impegno politico del Partito Democratico contro il Ddl Calderoli deve assolutamente continuare anche nei prossimi mesi

La classe dirigente meridionale di centro destra? Subalterna e inconsistente di fronte al progetto di Salvini.

Sulla questione dell’Autonomia Differenziata (Ddl Calderoli) serve una mobilitazione politica capace di organizzare, nel Mezzogiorno e in Italia, un movimento popolare e democratico di contrasto all’iniziativa legislativa della Lega e del Governo Meloni.

Nell’ultima direzione provinciale del Pd ho segnalato l’ottimo lavoro che la Federazione di Lecce, i circoli e gli eletti stanno facendo su tutto il territorio salentino dando vita, così come sta avvenendo in tutta la Puglia, a tante e utili iniziative di discussione su questo tema.

In tal senso, bisogna apprezzare l’impegno emerso, in queste settimane, da parte del mondo sindacale e da parte molti intellettuali, cosi come bisogna cogliere la presa di posizione netta che stanno costruendo, in queste ore, i vescovi meridionali e la Conferenza episcopale italiana contro il Ddl Calderoli. Si tratta di scelte politiche chiare che mirano ad alzare il livello di attenzione, in ambito nazionale, sui rischi della tenuta democratica e sociale del paese di fronte all’avvento dell’Autonomia Differenziata: una divisione/spaccatura dell’Italia e un aumento delle disuguaglianze tra Nord e Sud (in particolare nella sanità, nelle scuole, nei trasporti, nei livelli di benessere).

L’impegno politico del Pd contro il Ddl Calderoli deve assolutamente continuare anche nei prossimi mesi e la vicenda della “Secessione dei ricchi del Nord” dovrà essere al centro della battaglia politica del Partito Democratico durante la campagna elettorale per le Elezioni Europee 2024.

C’è un dato politico inequivocabile che emerge dal dibattito sull’Autonomia Differenziata: la subalternità culturale e l’inconsistenza politica delle classi dirigenti meridionali rispetto alle decisioni della Lega e del Governo Meloni.
Non c’è stato nessun deputato o senatore del Sud (in particolare pugliese) eletto nelle fila di Forza Italia, della Lega e di Fratelli d’Italia che abbia detto “No” al progetto dell’Autonomia Differenziata di Matteo Salvini.

Spetta al PD e al fronte progressista rimettere al centro dell’agenda politica nazionale l’unità del Paese, il principio di solidarietà nazionale tra Nord e Sud e la “questione meridionale”.