Mai come in questi ultimi mesi si è reso evidente il ruolo marginale che i nostri parlamentari rivestono a livello politico nazionale. I poveri nominati, privi di una adeguata e necessaria legittimazione popolare, sono vittime più o meno inconsapevoli della debolezza del nostro sistema politico che ha reso innocua ed inefficace l’azione dei parlamentari, e a mezzo servizio la sovranità del Parlamento.
Abbiamo un plotone sgangherato di deputati e senatori, piccoli come una pallina da pingpong, sballottati da questo o quel signorotto locale e ostaggi delle segreterie dei partiti che li hanno nominati e ai quali devono il loro status, tutto sommato ancora privilegiato.
Gli onorevoli del nulla potremmo chiamarli, sprovvisti di qualsiasi arma capace di combattere una qualsivoglia battaglia e che si atteggiano ancora a dirigenti politici, mentre un amministratore di condominio, a confronto, appare di gran lunga più libero e capace di scelte decisive.
Si sono ridotti male poveracci, ed anche noi con loro, visto che non abbiamo nessuno che ci rappresenti quando c’è da protestare o da rivendicare, e accade spesso, qualche diritto.
Parlano senza produrre, scrivono senza che nessuno li legga, leggono carte inutili. Insomma i parlamentari in genere, ma specie quelli di casa nostra, non sembrano in grado di poter motivare una rivoluzione culturale di cui avrebbe tanto bisogno questa terra.
Sarebbero più incisivi i loro interventi se si liberassero dai lacci dei potentati locali, se avessero il coraggio di rappresentare se stessi e non chi li ha piazzati lì. Ma come si può voltare le spalle a chi ti fa fare carriera, in fondo non sarebbe nemmeno giusto, umanamente parlando. Ecco perché il Salento continua a subire vessazioni, perché ci sono ancora quei residuati bellici ingombranti e pericolosi per la pubblica incolumità che andrebbero disinnescati una volte per tutte.
Un pizzico di libertà nella politica riporterebbe la politica al posto che le spetta.
