E’ stata definita un’emergenza, l’ennesima nella Sanità locale. C’è carenza di personale sanitario nelle strutture ospedaliere, nonostante questo 347 lavoratori a tempo determinato rischiano di perdere il lavoro per scadenza contrattuale al prossimo 31 ottobre.
Eppure si apre uno spiraglio, dopo le proteste alle porte della Asl. L’assessore regionale Pentassuglia avrebbe proposto al Ministero una soluzione che allungherebbe la permanenza in servizio fino al 31 dicembre.
Sembra che da Roma sia stato già accordato il via libera. Le risorse per pagare i salari a questi lavoratori, tutte figure indispensabili nella gestione della Asl, dovrebbero essere prese dai fondi non spesi per il tempo indeterminato. A chiarire Giuseppe Melissano, responsabile per la Cisl della Funzione pubblica-Sanità.
“E’ vero che la Asl di Lecce ha superato il 50 per cento delle spese riservate al personale a tempo determinato nel 2009 – spiega il sindacalista – Ma una precedente legge finanziaria aveva stabilito un altro tetto per il tempo indeterminato: la spesa complessiva non doveva superare 1,4 per cento sulla spesa storica del 2004. Ma in questi anni le assunzioni non sono state fatte perché c’era il blocco del turn over, quindi noi teoricamente potremmo assumere. Una sorta di compensazione almeno fino all’atto di stabilizzazione”.
“E’ chiaro che la Asl – conclude Melissano – si impegnerebbe a licenziare progressivamente quelli a tempo determinato, man mano che si rimpingua il tempo indeterminato. I primi ad avere diritto sarebbero quelli che non hanno completato i 18 mesi, ma sembra che nessuno rimarrà fuori. Una parte di questi lavoratori inoltre usufruisce della norma 101 del 2013 che stabilisce che chi ha superato i 3 anni a tempo determinato negli ultimi 5 anni, ha diritto alla riserva del 50 dei posti, senza concorso. In settimana l’assessore Pentassuglia dovrebbe ottenere l’okay”.
Una buona, se pur temporanea, notizia.
Tania Tornese