Spostamenti in bicicletta, Loredana Capone: “Piazza dei Partigiani come in tutta la città: il sindaco trascura le piste ciclabili”. "Lecce ha tutte le carte in regola per diventare un luogo a misura di bicicletta, eppure oggi chi decide di spostarsi sulle due ruote è costretto a muoversi sulle strade urbane. Bisogna invertire la rotta e programmare il futuro della città" – ha dichiarato in una nota stampa pervenutaci in redazione.
Secondo Legambiente, il traguardo per il 2020 è quello di portare al 30% la percentuale di spostamenti in bicicletta in ambito urbano, ampliare le zone 30, le ztl e le isole pedonali e trasformare in corsia preferenziale almeno il 30% della rete del servizio di trasporto pubblico locale di superficie. Lecce occupa gli ultimi posti nelle classifiche che misurano l’utilizzo delle due ruote nelle città italiane. La nostra città, molto più di altre, ha tutte le carte in regola per diventare un luogo a misura di bicicletta: strade pianeggianti, dimensioni ridotte che rendono brevi gli spostamenti, clima favorevole. Eppure, i cittadini leccesi recriminano sull’operato dell’amministrazione comunale in materia di mobilità sostenibile e piste ciclabili. "Il sindaco di Lecce – scrive Loredana Capone, consiglie comunale – non ha soltanto ha fallito nell’intento ma continua ad agire senza tener conto delle esigenze di quella parte consistente di comunità che, invece, per muoversi ha scelto le due ruote". Un pensiero secco, deciso, espresso senza giri di parole.
Tutti fanno meglio di noi: Amsterdam conta su quasi 500 chilometri di piste ciclabili e le politiche a favore dei ciclisti sono state avviate negli anni sessanta. Nei Paesi Bassi, per esempio, le aree di parcheggio delle auto separano spesso la pista ciclabile dalla strada, in modo da creare una barriera tra il traffico e i ciclisti. A Copenaghen, in Danimarca, i semafori per i ciclisti si attivano leggermente prima di quelli per le auto, così le bici che attraversano la strada sono più visibili. Ci sono, poi, amministrazioni che hanno voluto osare realizzando strade veloci per le bici. Nel 2010 Londra ha avviato un progetto per costruire 12 superstrade ciclabili.
"E’ chiaro, insomma – prosegue Loredana Capone – che alla base della rivolta dei ciclisti c’è una grande verità ed è una verità scomoda per una città candidata a Capitale Europea della Cultura. I percorsi destinati alle biciclette sono frammentati e pericolosi. Chi oggi sceglie di spostarsi su due ruote è costretto a muoversi sulle strade urbane. Un problema che interessa soprattutto le aree periferiche della città. A ciò si aggiunge che a Lecce, a differenza di altre città italiane, esistono pochissimi segnali stradali dedicati ai ciclisti e scarseggiano servizi di base come le rastrelliere. Il bike-sharing resta a tutt’oggi un servizio attivo solo sulla carta. I cittadini leccesi e i turisti che sono normalmente usufruiscono delle biciclette a noleggio si dicono delusi". "Alla retorica degli annunci, dunque – conclude – non sono purtroppo in questi anni seguiti i fatti. Adesso, però, è tempo di invertire la rotta e programmare il futuro della città e dei cittadini tenendo conte dei loro bisogni e delle loro istanze".
