Avviare un percorso, rivolto a famiglie, coppie e singoli cittadini del territorio salentino, che intendano ospitare un rifugiato neo maggiorenne per un periodo di tempo di tre mesi nella propria abitazione, accompagnandolo attivamente nel proprio processo di inclusione sociale.
È questo lo scopo del progetto “Chiave di volta”, presentato questa mattina presso la sala Open Space di “Palazzo Carafa”.
L’iniziativa in questione mira a coinvolgere neo maggiorenni stranieri che hanno già ottenuto la protezione internazionale e che sono proiettati verso un nuovo progetto di vita autonomo, da svilupparsi in un contesto familiare, dopo la permanenza presso strutture di accoglienza territoriali.
Questa tipologia di utenza rappresenta per gli ospitanti una garanzia, dato che i giovani coinvolti hanno già vissuto positivamente una prima fase del loro percorso di integrazione e sono stati monitorati e debitamente accompagnati nel percorso di adattamento sociale.
“Oltre alla nostra sono diverse le amministrazioni che hanno aderito all’iniziativa, anche per dare un segnale in provincia, rispetto a un tema importantissimo oggi più che mai all’ordine del giorno. Quello che vogliano trasmettere è la nostra posizione netta su questa problematica che riteniamo importante e ci aspettiamo che i cittadini aderiscano con grande entusiasmo”, ha affermato l’assessore ai Diritti Civili, Silvia Miglietta.
L’adesione al progetto non comporta alcun onere finanziario a carico dell’Amministrazione comunale a cui è richiesta solo e soltanto l’acquisizione delle domande di disponibilità da parte dei cittadini e delle famiglie leccesi.
“Abbiamo ritenuto un dovere civile e politico quello di aderire a un progetto che punta all’inclusione ancor prima che all’integrazione”, ha dichiarato il sindaco di Lecce Carlo Salvemini.
“Quella del fenomeno migratorio oggi diventa la più importante sfida politica e culturale dei prossimi 50 anni e non è pensabile affrontarlo come si vuole fare adesso. C’è un dovere di aiuto nei confronti dei bisognosi che deve avere la precedenza rispetto alla questione politica. Credo che a oggi non si sia adeguatamente valutato quale sia il peso dell’inefficienza dei servizi rispetto al clima che si percepisce”.
