Accolto dagli applausi di una gremita sala all’interno dell’Open Space di Palazzo Carafa, il sindaco della città di Lecce Carlo Salvemini ha preso atto della realtà: in Consiglio Comunale non ci sono più i numeri della sua maggioranza.
Il Consiglio di Stato, questa mattina, ha confermato ufficialmente la sentenza del TAR di Lecce che, di fatto, toglieva il premio di maggioranza alla coalizione di centrosinistra alla guida della città, per riconoscere i numeri venuti fuori dalle urne nel giugno scorso: la principale assise cittadina è di centrodestra.
“Come sapete la sentenza del Consiglio di Stato, che noi rispettiamo senza commenti né giudizi, stabilisce una nuova composizione del Consiglio Comunale, senza mettere in discussione la mia elezione e quella di Alessandro Delli Noci” ha esordito Salvemini nel corso della conferenza stampa allargata a tutti che si è tenuta nel pomeriggio, accompagnato dal suo vice Delli Noci.
Premiata la rappresentatività e non la governabilità e questo il Primo Cittadino dice di averlo messo in conto già da mesi: “è stato deciso questo sulla base di un consenso elettorale esiguo, poche centinaia di voti. Ora attendiamo gli espletamenti burocratici e istituzionali da parte del Prefetto, poi convocheremo il nuovo Consiglio per la presa d’atto della nuova situazione. Da quel momento, a livello politico, i consiglieri eletti nella squadra di Mauro Giliberti avranno la facoltà di sciogliere il Consiglio, potendo così interrompere l’azione del sindaco e della sua giunta”.
“Noi però non dimentichiamo di aver siglato con i cittadini un Patto stretto al ballottaggio: per questo noi abbiamo il dovere di verificare se esistono i presupposti per continuare il nostro percorso e questo lo faremo a fine marzo, quando porteremo in Aula il Bilancio di previsione, che verrà approvato in Giunta in settimana, quale atto politico per eccellenza su cui verrà tracciato il futuro non solo politico della città. Un voto, quello, non per non andare a casa, ma per garantire un governo di Lecce. Se mancheranno i numeri, io mi dimetterò”.
E adesso? Adesso si apre un nuovo rebus politico. Sì, perché mentre gli esponenti azzurri esultano, l’interruzione anticipata della consiliatura comporterà il commissariamento della città fino all’estate del 2019, altrimenti il centrodestra potrebbe raccogliere le firme, staccare la spina entro il 24 febbraio e andare subito al voto.
Sollecitato dalle domande, il Primo Cittadino chiarisce: “noi parleremo sempre di politiche per Lecce, quindi la Giunta nel pieno delle sue facoltà andrà avanti. Al nuovo Consiglio Comunale chiederemo un voto per le politiche per la città. Non ci sentirete parlare di dialoghi con questo e quel gruppo consiliare”.
“Il nostro programma – conclude Alessandro Delli Noci – non è modificabile, ma al massimo implementabile. Non possiamo cambiare l’agenda del cambiamento voluta dai cittadini. Non si tratta di inciuci, ma solo di capire se vi è voglia di garantire un governo a Lecce. Un sentito ringraziamento lo facciamo ai sei consiglieri uscenti, che in questi mesi hanno lavorato duramente senza pensare a questa sentenza”.
