Fondale basso, mareggiate che accumulano le alghe e pescatori arrabbiati. Del resto, immaginarne il motivo è semplice. Quindi come possono, i dieci pescatori che operano nel porto di San Cataldo, uscire in mare con le barche? Non è assolutamente un problema da sottovalutare, considerando che queste persone – nella Marina leccese – ci lavorano. Cronaca di un film visto e rivisto più volte, insomma. Ciò, purtroppo, ne limita attività e giornate. Non bastano le intemperie, dunque, tipo i giorni di mare agitato. Certamente, prendere il largo col maltempo sarebbe da incoscienti. Ieri poi, a prima mattina, l’ennesima brutta sorpresa: fondale asciutto e impossibilità di tirar fuori le imbarcazioni.
“Come altre volte in passato anche quest'anno i pescatori, si tratta di circa una decina di imbarcazioni, non riescono a far uscire le proprie barche dal porto di S. Cataldo – spiega in una nota stampa il consigliere comunale PD a Palazzo Carafa, Antonio Rotundo – perché è letteralmente intasato dall'accumulo di alghe trasportate dalle mareggiate, che impediscono di uscire in mare e di potersi guadagnare da vivere”. “È necessario che la Giunta si faccia carico del problema – conclude – e con una procedura di urgenza avvii i lavori per consentire la pulizia del fondale, considerandoli una vera priorità perché tale è per le famiglie dei pescatori interessati”.
Il problema è doppio. Perché zero pesca, per i dieci sfortunati pescatori con famiglie a carico, significa non sapere come guadagnarsi da vivere. Eppure il problema è noto ormai da diverso tempo, nonché preannunciato una decina di giorni fa dagli stessi sfortunati protagonisti della vicenda. Venne ottenuto anche un incontro con l’assessore al bilancio, Attilio Monosi. Ci furono comunque, da parte dell’amministrazione, delle rassicurazioni circa un prossimo intervento. Ma al momento rimangono parole non corrispondenti a fatti concreti. E, oltretutto, le alghe hanno preceduto ogni buona intenzione.
E i pescatori? Restano nel porto ad attendere che qualcuno smuova le acque. Può sembrare una frase ironica, ma qui non c’è niente da ridere, perché tali gridi d’aiuto non debbono volatilizzarsi così, nel nulla. Le marine chiedono, pertanto, più attenzione da parte dei rispettivi gestori. E San Cataldo torna, purtroppo, ancora al centro di tali questioni. Non molto tempo addietro, ad esempio, lo "Sportello dei Diritti" segnalò ai media locali alcune scritte naziste apparse all'improvviso.