Via libera alle trivellazioni nello Jonio. Il Ministro Costa, “Regalo del Governo precedente”. Fioccano le polemiche

Il Ministero dello Sviluppo Economico di Luigi Di Maio ha dato il via libera alla ricerca del petrolio, ma il titolare del Dicastero dell’Ambiente ribadisce la contrarietà alle trivelle. “Siamo il Governo del cambiamento e siamo uniti nei nostro obiettivi”.

Dopo un periodo di cosiddetta pausa, nella quale non è stato propriamente un argomento molto discusso, si torna a parlare di trivellazioni nel Mar Jonio.

Qualche giorno fa, infatti, il Ministero dello Sviluppo Economico di Luigi Di Maio ha dato il via libera alle trivelle per la ricerca del petrolio nel mar Jonio.

Il provvedimento, in data 31 dicembre 2018, è stato pubblicato sul BUIG (bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle geo risorse) che autorizza tre nuovi permessi di ricerca petrolifera su una superficie complessiva di 2200 chilometri quadrati a favore di una società americana. A renderlo noto Angelo Bonelli dei Verdi che ha aggiunto: «La ricerca autorizza l’uso dell’air gun, le bombe d’aria e sonore, che provocano danni ai fondali e alla fauna ittica: è il regalo di Luigi Di Maio alla Puglia e alla Basilicata dopo Ilva e le autorizzazioni alla Shell rilasciate dal Ministero dell’Ambiente.

Il Ministro Costa, “Mai dato autorizzazioni”

A questo punto in tanti si sono posti l’interrogativo: “ma come, il Movimento Cinque Stelle non è quello che da sempre sin oppone alle trivellazioni in mare. Come mai Di Maio a dato l’assenso?”

A rispondere al quesito è stato Sergio Costa, attraverso un suo post su facebook. Il Ministro dell’Ambiente, infatti, ha dichiarato senza se e senza ma la contrarietà sua e dei grillini: “Da quando sono Ministro non ho mai firmato autorizzazioni a trivellare il nostro Paese e i nostri mari e mai lo farò. Non sono diventato Ministro dell’Ambiente per riportare l’Italia al Medioevo economico e ambientale. Anche se arrivasse un parere positivo della Commissione Via, non sarebbe automaticamente una autorizzazione.  Voglio che sia chiaro. I permessi rilasciati in questi giorni dal Mise sono purtroppo il compimento amministrativo obbligato di un sí dato dal ministero dell’Ambiente del precedente governo, cioè di quella cosiddetta sinistra ‘amica dell’ambiente’”.

Polemici Emiliano e l’Assessore Stea

Nonostante la risposta del titolare del Dicastero, le polemiche non si sono fatte attendere e in tanti hanno criticato la decisione, a partire dal Governatore di Puglia, Michele Emiliano: “Impugneremo le nuove autorizzazioni rilasciate dal Mise a cercare idrocarburi nel Mar Ionio. Ci siamo sempre battuti in difesa del nostro mare, e continueremo a farlo. Di Maio e Costa come Renzi e Calenda. Con la differenza che almeno Renzi e Calenda erano dichiaratamente a favore delle trivellazioni, mentre Di Maio e Costa hanno tradito ancora una volta quanto dichiarato in campagna elettorale”.

Disappunto anche da parte dell’Assessore regionale all’Ambiente Gianni Stea: “Adesso invito tutti i rappresentanti delle istituzioni, tutti gli italiani, tutti i pugliesi alla mobilitazione attiva contro la politica assassina del nostro ecosistema messa in atto da questi dilettanti e falsi ambientalisti grillini. Altro che onestà, onestà”.

A dire la sua alche il Coordinatore Provinciale di Lecce di Puglia Popolare, Luigi Mazzei: “Ancora echeggiano le grida di protesta del popolo salentino all’indomani dell’approvazione del Decreto Salva Italia del governo Renzi, che sollevava le Regioni da ogni possibilità di incidere nella concessione delle autorizzazioni a trivellare il mare di Puglia. Di certo affianco delle nostre proteste era presente il Movimento 5 Stelle, che prometteva l’immediata revoca di quel famigerato decreto. Oggi dopo aver registrato le promesse non mantenute per TAP, registriamo la stessa desistenza per le trivelle!”.



In questo articolo: