Più forza ai territori, anche a quelli piccoli – a volte piccolissimi – che costellano il territorio italiano. Sì, perchè la Camera dei Deputati, ha approvato all'unanimità in tempi alquanto ristretti il disegno di legge con le "Misure per il sostegno e la valorizzazione dei Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti e dei territori montani e rurali, nonché disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici".
In base all’elaborazione Ancitel su dati Istat, a gennaio 2016, nel Belpaese sono 5.585 le piccole comunità sotto i 5 mila abitanti, in Puglia 86, nel Salento 41 (da Muro leccese a Specchia, da Uggiano La Chiesa ad Arnesano, da Minervino di Lecce a Morciano di Leuca. da Melpignano a Giuggianello. E l'elenco prosegue).
Ben 15 articoli che contengono importanti misure volte soprattutto a sostenere le comunità nello sviluppo economico, sociale, ambientale e culturale e nella valorizzazione dei patrimoni materiali e immateriali. In soldoni, si tratta di un fondo da 100 milioni di euro, attivo dal 2017 al 2023, avente con l’obiettivo di finanziare gli investimenti altrimenti resi impossibili dai vincoli del Patto di Stabilità.
Uno slancio in più, quindi, per quelle piccole realtà che rappresentano più della metà del territorio nazionale e nelle quali vivono più di 10 milioni di italiani. Quelle stesse realtà a cui è stato chiesto di accorparsi per la gestione amministrativa.
In tal modo la storia, la cultura, le tradizioni e tutte le peculiarità locali potranno andare a braccetto con l’innovazione, le nuove tecnologie e la green economy, in un’ottica di sviluppo continuo utile ad evitare l’estinzione dei borghi.
“La Legge – sottolinea Salvatore Capone, parlamentare Pd della Puglia – punta alla valorizzazione della cosiddetta Italia minore: oltre cinquemila comuni con meno di 5mila abitanti,
il 72% dei comuni italiani. Un ricchissimo tessuto di comunità locali oggi punto di snodo rilevantissimo per l’attuazione di politiche strategiche: dalla tutela ambientale alla promozione dei beni culturali e del paesaggio, dalle produzioni di qualità agroalimentari ad uno straordinario patrimonio di identità e coesione sociale. Ma anche, non dimentichiamolo, una norma che agisce sulla tutela dei cittadini nei piccoli comuni: dalla difesa degli Uffici postali al mantenimento in vita degli Istituti scolastici statali alla realizzazione dei programmi di e-government e innovazione tecnologica”.
Certamente, si tratta di una norma attesa da tempo che ora attende l’approvazione al Senato.
“Molteplici le finalità della norma – spiega Capone – promuovere l’ equilibrio demografico favorendo la residenza in questi comuni; tutelarne e valorizzarne il patrimonio naturale, rurale, storico-culturale e architettonico; favorire l'adozione di misure a vantaggio sia dei cittadini che vi risiedono, sia delle attività produttive, con riferimento, in particolare, al sistema dei servizi essenziali, con l'obiettivo di contrastare lo spopolamento e di incentivare l'afflusso turistico. Inoltre, la norma sottolinea che l'insediamento nei piccoli comuni è considerato una risorsa a presidio del territorio, soprattutto per le attività di contrasto al dissesto idrogeologico, nonché di piccola e diffusa manutenzione e tutela dei beni comuni”.
I contributi, quindi, verranno impiegati per la riqualificazione del patrimonio immobiliare in abbandono, la manutenzione del territorio, la messa in sicurezza di strade e scuole, la possibilità di acquisire case cantoniere e tratti di ferrovie dismesse per rilanciarle in attività turistiche, la promozione delle produzioni agroalimentari a filiera corta.
Il tema è comunque delicato e richiede quelli che in gergo definiamo “aggiornamenti delle prossime ore”.
