Il Lecce, i giocatori e il bisogno di rinnovare la squadra

Vanno e vengono i calciatori, come pedine di una scacchiera a cui non bisogna affezionarsi, nell’interesse di tutti. E soprattutto senza inutili pregiudizi

L’idea che un calciatore debba restare eternamente legato ad una squadra è senza dubbio molto romantica ma altrettanto poco produttiva per lui e per la squadra in cui gioca. Dopo qualche anno, per quanto possa aver fatto bene ed essersi trovato a suo agio, avverte l’esigenza di cambiare aria per trovare nuovi e necessari stimoli.

Chiunque sia, in qualunque luogo del mondo. Cambiare serve, e va fatto in barba a tutto e a tutti, anche se qualcuno rimarrà male, anche se i tifosi preferiscono che nessuno vada via, specie se è stato un grande protagonista.

Rimarranno male, pazienza. Affideranno i loro messaggi di disapprovazione a qualche social network e il mondo andrà comunque avanti. Con tutti gli allenatori disoccupati a km zero che abbiamo in giro, figuriamoci quanti commenti a buon mercato, ma la storia non cambia.

Cambiano invece le condizioni, cambiano le stagioni, e soprattutto la categoria. Una squadra come il Lecce non può commettere l’errore di presentarsi in serie A con la squadra della serie B. A volte la differenza di categoria è un abisso incolmabile.

Ergo, serve una nuova rosa e quei giocatori che hanno fatto due, tre o quattro stagioni hanno non il diritto ma il dovere di provare aria diversa.



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