Una volta accadeva, e potevamo anche accettare che accadesse. Potevamo comprendere perché in questa nostra terra molti, per partecipare alla gloria dei vincitori, si dovessero legare a tutti i costi alle imprese delle squadre di città di altri territori o di altri mondi.
Negli anni 60 e 70 in questa terra c’era una fioritura di Juventus club e Milan club, anche perché la squadra più rappresentativa del nostro territorio salentino militava in serie D o in serie C. Poi, per fortuna, qualcosa è cambiato e se prima poteva avere un senso riconoscersi in un club di grido, lontano da casa, oggi quel senso non ce l’ha, ferma restando la libertà di tutti e di ciascuno di tifare per chi si vuole.
Oggi, con il Lecce di Sticchi Damiani abbiamo un’opportunità grande, che i nostri genitori e i nostri nonni non hanno avuto, quella di tifare, con orgoglio e pari dignità, per la squadra della città in cui siamo nati e in cui viviamo.
E infatti oggi quando gioca il Lecce il risultato finale non è mai scontato, le partite sono sempre aperte, anche quando la squadra giallorossa affronta i club più blasonati e vincenti della storia o le squadre che puntano alla conquista dello scudetto.
Una situazione invidiabile e certamente invidiata da tante altre realtà sportive e calcistiche a livello italiano, specie al Sud, dove ci sono capoluoghi di regione e metropoli che non hanno la squadra in serie A e in qualche caso nemmeno in serie B.
I leccesi ormai non hanno più bisogno di reinventarsi juventini o interisti, ma possono sentirsi, da tifosi, protagonisti di una storia importante.