
Un giovane Lecce esce sconfitto da una navigata Roma. È il riassunto della gara, anzi, di tre minuti sul finire del match. La squadra di mister Mourinho dopo aver acciuffato il Lecce con un gol al 91’, lo supera con una rete di Lukaku al 94’.
Che l’Olimpico restituisca un rinculo di proporzioni gigantesche si sapeva. Pronti via e il Lecce si ritrova davanti a un episodio che avrebbe potuto cambiare la gara. Al 2’, i ventidue in campo non hanno neanche bagnato la maglietta di sudore. Eppure i salentini si ritrovano tramortiti davanti a una Roma, in quel momento, gigante. Per fortuna, Falcone, qualche minuto dopo il chiarimento del Var su un tocco di mano di Baschirotto, è bravo a neutralizzare il tiro dal dischetto di Lukaku che non sbagliava dal 2017.
Bene, ora si può parlare del match. Mister D’Aversa ha preparato la gara sperando di partire forte in modo da impedire alla squadra di Mourinho di venire fuori. Lo spartito, però, è stato stravolto da subito. Gli undici in campo hanno dovuto incassare e, tutto sommato, lo hanno fatto bene nel primo tempo. La presenza di Kaba in mezzo al campo si è fatta sentire. Forse complice il fastidio muscolare, la sua partita non è iniziata nel migliore dei modi. Minuto dopo minuto, la sua prestazione è salita di livello e con essa quella di tutta la squadra. La seconda parte del primo tempo, si è visto un buon Lecce. Con coraggio, i giallorossi pugliesi hanno tentato di imbastire azioni, man mano, più incisive.
La seconda frazione di gioco è iniziata come era finita la prima. Il Lecce non ha indietreggiato, anzi. La partenza delle azioni da destra, permetteva a Banda, sulla sinistra, di recuperare spazio. In alcune occasioni, Kaba si è spostato sulla linea dei centrali per attirare a sé la marcatura del centrocampista. Buone anche le giocate di Rafia così come le sponde illuminanti di Krstovic, chiamato a un gran gioco di ancate e sportellate. Non pensavamo che Pongracic avesse i lineamenti di Lucio, eppure, poco prima del vantaggio leccese, il difensore croato si è involato nella difesa avversaria rischiando di segnare un gol magistrale.
Appunto, il gol del Lecce. Al 71’, dopo un secondo tempo giocato alla pari e grazie anche ad un Falcone sugli scudi, il Lecce mette la freccia. Krstovic attira la marcatura e, come al solito, con una sponda, serve per Gonzalez che pesca un due contro due perfetto. Banda punta Mancini, vince la sua aggressione e un contrasto con Llorente, la palla passa e Almqvist di sinistro infila. Il gol è manifesto del pensiero di mister D’Aversa. Gli esterni rapidi, sguscianti, bravi nell’uno contro uno e abili a chiudere l’azione con un tiro verso la porta. Il ‘D’Aversismo’, con questo gol, è servito.
Dal minuto successivo, tra le varie sostituzioni, è mancato l’ingresso in campo della malizia. Ritorna prepotente il fattore campo. Il Lecce avrebbe potuto siglare la seconda rete. Peccato, perché Strefezza in quell’occasione avrebbe dovuto fare meglio. Nonostante i riflettori accesi, i salentini, proprio sul più bello, si spengono e si fanno incartare dal manuale di mister Mourinho. Lo Special One combina un 4-2-4, D’Aversa risponde con un 5-3-2. Sostanzialmente, il Lecce passa ad una difesa centrale a tre grazie all’inserimento di Touba. Cambiano le marcature e cambiano i riferimenti. Quello di Dybala è utopia perché l’argentino diventa proprietario della trequarti. L’analisi dei due gol, non lasciano dubbi. Sono reti subite per mancanza di malizia e di esperienza. Nell’occasione del gol di Azmoun, Zalewski riceve dopo che ben quattro giocatori del Lecce orbitavano intorno alla zona palla. Quando il laterale romano ha inserito direttamente la quinta, era ormai troppo tardi. Cross e gol perfetti. Alla difesa centrale non si possono dare troppe colpe perché l’attaccante della Roma arrivava in corsa e da fuori area.
Il secondo gol, invece, è veramente un dispiacere. Si parte da un passaggio verso il centro del campo di Pongracic, condito da un liscio di Kaba, sottotono sul finire del match e da una copertura molle di Gonzalez per le vie centrali. Touba fa il suo con la speranza di essere più lesto e più furbo di Lukaku, tentando l’anticipo. Purtroppo, l’attaccante belga, di partite ne ha giocate tante. Touba si fa incartare e il gol è solo una logica conseguenza.
Il Lecce ha disputato una gara sufficiente. Si poteva fare di più, molto di più. A partire dall’atteggiamento dei primi minuti per poi finire con quelle mancanze di fine gara. Anche il mister ha parlato di malizia, di furbizia, di gestione di una gara e di un risultato. C’è da migliorare e sicuramente da crescere. Il percorso, però, è quello giusto. Ora è tempo di trasformare la rabbia in determinazione. Sabato sarà un’altra di quelle gare da vivere e da non subire.