Contro la Lazio buona prestazione per il Lecce, ma arriva ancora una sconfitta. L’analisi della gara

Soprattutto nella prima frazione la squadra di D’Aversa ha messo in difficoltà gli avversari. Pesano le occasioni sciupate

I sogni son desideri… così cantava Cenerentola. La speranza dei tifosi giallorossi era quella di realizzare il sogno di sbancare l’Olimpico. Nonostante la prestazione, però, la Lazio è riuscita nel compitino. 1 a 0 e rivincita riuscita.

Le assenze in casa Lecce sono tante. Nessuno lo mette in dubbio. Mister D’Aversa decide di spostare Oudin in attacco, nel ruolo di esterno. Posiziona Almqvist sulla fascia in cui non ha mai giocato se non in rarissime occasioni. Nonostante questo, il Lecce si è ben comportato contro la Lazio di mister Sarri.

Azioni manovrate da destra a sinistra e viceversa. In tutto questo, però, è stato difficile spingere sugli esterni. Almqvist non è quello conosciuto ad inizio anno. Sarà stata la posizione però è apparso impacciato e poco creativo. Oudin ha tentato di replicare le magie balistiche dell’anno scorso, senza riuscirci. C’è da dire che quando la palla è tra i suoi piedi, l’impressione è quella di poter vedere una giocata incredibile da un momento all’altro. Ma l’esterno non è il suo ruolo, ci siamo abituati a vederlo brillare come mezzala.

Le possibilità per andare in rete sono state sostanzialmente quattro. L’occasione di Krstovic calciata maledettamente troppo presto e in modo frettoloso. Il colpo di testa di Pongracic solo e in posizione favorevole per colpire a rete. La possibilità di Kaba, quasi scioccato dal pallone che lo stava per sfiorare, praticamente, solo davanti alla porta. Nella seconda occasione di Krstovic, il montenegrino nulla poteva. Torsione difficile per via di un missile ravvicinato. La costruzione delle azioni offensive aveva uno schema e una idea. Manca, forse da troppo tempo, la cattiveria. La spensieratezza di calciare la palla verso la rete e nutrirsi dell’essenza stessa di quei momenti. Emblematico l’atteggiamento di Kaba. Come dicevamo, quasi preoccupato, sorpreso di ricevere un pallone ghiotto in quella posizione di campo.

La Lazio non ha fatto niente di che. Ha eseguito il compitino senza padroneggiare in casa propria. I numeri parlano chiaro: il Lecce ha prodotto di più. Eppure, nell’occasione di quella maledetta rimessa, i biancocelesti hanno impacchettato il gol vittoria. C’è da dire che non ci aspettavamo di vedere una squadra, alla prima giornata del girone di ritorno, farsi sorprendere nell’occasione di un fallo laterale. Il gol di Felipe Anderson è il risultato di un meccanismo difensivo sbagliato. I giallorossi erano distratti da una rimessa laterale, in origine, assegnata e poi, giustamente, tolta in favore dei laziali.

È vero le assenze pesano ma non devono diventare un alibi. Se non fosse possibile mantenere la stessa struttura, così come se non fosse possibile suonare lo stesso spartito, è necessario cambiare. In questo momento, mister D’Aversa deve inventarsi qualcosa di nuovo per ridare fiducia e cattiveria ai suoi ragazzi.



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