Fallito il primo match ball. Il Lecce perde clamorosamente sul campo del Padova, ultimo in classifica, e manca l’appuntamento con la matematica per promozione in A. Nonostante il pareggio del Palermo, i giallorossi entrano male in partita: il Padova fredda gli ospiti in avvio dei due tempi, mentre il Lecce trova il gol solo nella parte finale su rigore realizzato da Mancosu. Oggi a latitare sono stati rapidità, lucidità e anche l’ossigeno nei polmoni. A salvarsi sono solo i 2mila sostenitori salentini sugli spalti dell’ “Euganeo”.
Vigorito, 6+ : prende gol sul suo palo, ma la bordata di Baraye – con annessa deviazione – non avrebbe lasciato scampo a nessuno. Tiene a galla i suoi al 36esimo quando riesce a tenere tra le mani il tiro dal limite dell’area di Longhi. Nel secondo tempo, però, è costretto a raccogliere nuovamente il pallone dalla porta dopo essersi fatto beffare anche da Cappelletti. Super salvataggio, invece, nel finale sul solito Baraye.

Meccariello, 6- : terza gara consecutiva da terzino, oramai una garanzia. Ma stavolta manca il guizzo, il passo in più. Tiene bene in fase di copertura, ma manca in quella propositiva. Nel secondo tempo è lui a perdere Cappelletti in marcatura in occasione del 2 a 0.
Lucioni, 6: aveva finito la gara contro il Brescia con una vistosa fasciatura alla fronte per un taglio. Riparte con lo stesso, solito stile battagliero, ma non riesce a strigliare a dovere i suoi compagni. Un paio di errori in fase di impostazione.
Marino, 6- : affianca ancora Lucioni nel cuore della difesa ma l’unica pecca è la deviazione, sfortunata, in occasione dell’1-0 del Padova. Non sfigura particolarmente, ma dopo essersi beccato l’ammonizione al 43′ per fallo su Bonazzoli, Liverani lo lascia negli spogliatoi nel corso dell’intervallo.
dal 45′ Bovo, 5.5: 102 giorni dopo dall’ultima apparizione (era la gara casalinga contro il Benevento), l’esperto centrale torna a vestire la maglia giallorossa. Entra al posto di Marino per dare ancora più sostanza alla difesa. Pronti-via e rimedia un subito un cartellino giallo, poi non indovina nemmeno un cross.
Venuti, 5.5: inizio shock per lui che prima non chiude a dovere Baraye, poi si fa saltare troppo facilmente dal numero 10 biancoscudato che porta in vantaggio i padroni di casa. Dalle sue parti il Padova spadroneggia con Lollo e lo stesso Baraye che fanno ciò che vogliono. Nel finale di gara rimedia una botta in testa che mette tutti in apprensione.
Petriccione, 5.5: manca Tachtsidis e allora lui torna a fare il direttore d’orchestra. Inizio stentato, poi comincia a ragionare e al 14′ va vicino al gol con un tiro dalla distanza. La manovra però non è fluida e allora viene sostituito tra primo e secondo tempo.
dal 45′ Palombi, : è la carta del tutto per tutto per un Lecce iper-offensivo nel secondo tempo. E’ chiamato a dare rapidità alla manovra, ma non riesce ad entrare a dovere in partita.

Tabanelli, 6- : il man-of-the-match della gara con il Brescia trova una maglia da titolare contro la sua ex squadra. Qualche spunto interessante, ma non decisivo. Dopo oltre un’ora di gioco, senza fiato, lascia spazio ad Haye.
dal 66′ Haye, 6: con il suo ingresso in campo si ri-vivacizza la corsia destra. Mette in mezzo un paio di cross interessanti, ma che non bastano.
Majer, 5.5: sottotono rispetto alle ultime uscite, ma comunque utile quando c’è da fare legna. Nel secondo tempo sparisce dai radar.
Mancosu, 6- : tanta fatica a entrare in partita per il trequartista sardo che non brilla, non ispira e non incide. Nel secondo tempo, allora, Liverani lo arretra sulla linea mediana, con licenza da incursore. Sbaglia tanto anche anche nella ripresa, tranne il tiro dagli undici metri del 2-1.
Falco, 6- : costantemente cercato dai compagni, ma sempre martoriato dalla retroguardia veneta che su di lui piazza almeno due uomini in marcatura. Quando si accende creare qualche patema, ma nel primo tempo non si rende mai pericoloso. Lo spartito non cambia nella ripresa.
La Mantia, 6: in linea con la gara contro il Brescia, tocca pochi palloni. I suoi compagni non riescono mai servirlo a dovere e lui a costretto ad uscire dall’area di rigore pur di rendersi utile. Al 73′ ha il merito di conquistare il rigore che riapre il discorso.
Liverani, 5.5: poco prima del fischio d’inizio arriva la notizia del pareggio del Palermo. In palio allora c’è la promozione matematica e forse questo fa tremare le gambe. L’atteggiamento è superficiale, lento, carico di tanti errori di impostazione, e di scarsa lucidità. Sarà anche la stanchezza dopo la straordinaria prestazione contro il Brescia di pochi giorni fa, ma nel primo tempo il Lecce arriva al tiro con il contagocce. Promuove Petriccione a regista, ma nel corso dell’intervallo torna sui suoi passi: getta nella mischia la terza punta e in avvio di seconda frazione, nel momento migliore, incassa il 2-0 che poteva tagliare le gambe. A 20 minuti dal termine il rigore di Mancosu riapre la partita: il finale è all’arrembaggio, ma non è proprio giornata.












