La stagione del Lecce in Serie A tra bilanci e speranze future

Domani i giallorossi chiuderanno il 2019 con la sfida che li vedrà opposti al Bologna. Un primo bilancio della stagione dei salentini nel massimo torneo. Top e flop.

La sconfitta di sabato scorso interrompe un processo di crescita incredibile della squadra di Liverani, trascinata soprattutto da alcuni giocatori. Una sconfitta che non ci voleva, un brusco stop proprio sul più bello. Il momento positivo del Lecce si infrange contro il rinnovato Brescia di Eugenio Corini. È finita 3 a 0 sabato scorso, nell’anticipo del sedicesimo turno di Serie A. Chancellor, Torregrossa e Spalek hanno messo la loro firma su una sconfitta sonora, che non lascia scampo a repliche. E che, soprattutto, interrompe un momento molto positivo per i ragazzi di Fabio Liverani. Prima del K0 del Rigamonti, infatti, erano arrivati cinque punti fondamentali in ottica salvezza. Adesso si deve riprendere in fretta la marcia, già domenica prossima col Bologna.

Il processo di crescita dei salentini

Il 3-0 di Brescia, però, non deve cancellare quanto di buono fatto, finora, dalla squadra giallorossa. Tra l’ultima sconfitta e quella per 4 a 2 contro la Lazio, ci sono infatti delle partite assolutamente positive. La vittoria corsara a Firenze, ad esempio, che porta la firma di La Mantia, ma soprattutto due pareggi. In primis quello per 2 a 2 contro la rivelazione di questo campionato: il Cagliari di Maran. E in seconda battuta l’altro pareggio, con lo stesso parziale, contro la diretta concorrente per la salvezza: il Genoa di Thiago Motta. È qui che si è visto il carattere della squadra di Liverani. Al termine della prima frazione di gioco, infatti, i liguri si erano ritrovati sullo 0 a 2 grazie ai gol di Pandev e al rigore, in pieno recupero, di Criscito. Poi sono venuti fuori i salentini, grazie soprattutto agli oculati cambi del mister. A riaprire la partita è stato Falco, entrato da neanche dieci minuti, e ad acciuffare il pari Tabanelli, entrato al posto di Majer tra primo e secondo tempo.

La partita di Brescia, quindi, deve essere solo un passo falso in un cammino di crescita continuo e costante. “Non è che non sappiamo giocare a pallone – ha detto Liverani ai microfoni di Repubblica – è che facciamo un possesso palla sterile: tre tocchi quando ne basta uno, su questo dobbiamo rivedere la nostra partita. Quindici punti non possono spegnere la nostra fame”. Il Lecce, infatti, gioca bene, ha idee e sa metterle in campo. Ma deve continuare a lavorare e conquistare punti. Quella griglia delle quote d’inizio campionato, che riporta il lecce a 4501 per la vittoria finale in Serie A insieme al Verona, fa ancora riflettere ed anche un po’ sorridere ovviamente. Le ambizioni dei salentini sono ben altre e continuando di questo passo la salvezza è più che possibile.

Guardando i dati storici, invece, si può notare come il miglior piazzamento in Serie A del Lecce sia un nono posto nella stagione 1988-1989, quello di Carlo Mazzone in panchina e Pasculli, Benedetti e Barbas in campo. Il record di punti nella massima serie è del 2004-2005, quando su 38 partite i salentini riuscirono a portare a casa un bottino di 44 lunghezze. Oggi, a girone d’andata ancora non concluso, siamo a quota 15. E c’è tutto il tempo per migliorare e, chissà, per mettere a segno un nuovo record.

I protagonisti della stagione: top e flop

Ma entriamo più nello specifico delle statistiche relative alla stagione del Lecce. Nelle 16 partite giocate, con una percentuale di vittoria pari al 18.8%, sono arrivati ben 32 gol subiti, con la media di 2 a partita, la bellezza di 7 rigori concessi e la palma di peggior difesa del campionato, con appena un gol in più rispetto al Genoa penultimo. Eppure è proprio dalla retroguardia che arriva una delle note più positive di questa stagione, quel Marco Calderoni che a 30 anni ha trovato, forse, la piazza giusta. È la seconda stagione in Salento e in 15 presenze sono arrivati addirittura 3 gol. Si tratta del quarto giocatore più utilizzato da Fabio Liverani, con 1249 minuti nelle gambe, dietro ai colleghi di reparto Rossettini, Lucioni e Gabriel.

3 gol, dicevamo, per il terzino Calderoni. Uno in più rispetto a due attaccanti come La Mantia e Falco. Ma è da quest’ultimo, in particolare, che si stanno vedendo le cose migliori: classe 1992, le reti che ha segnato sono state entrambe decisivi nei pareggi contro Sassuolo e Genoa. Piccola chicca per gli appassionati di fantacalcio: in estate la sua quotazione era di appena 5 crediti, oggi è addirittura triplicata a 15.

Magari è lui il nome su cui puntare per puntellare la vostra rosa a gennaio. Meglio lasciar perdere invece Khouma Babacar, arrivato come il grande colpo per la lotta salvezza, a oggi le statistiche parlano di un solo gol in 586 minuti. Grandissima attesa, in estate, si era generata per l’acquisto di Giannelli Imbula, centrocampista francese classe 1992, a con passaporto belga. Di proprietà dello Stoke City, è cresciuto nelle giovanili del Paris Saint-Germain e vanta oltre 100 presenze in giro per l’Europa tra Olympique Marsiglia, Porto, Tolosa e Rayo Vallecano. Arrivato in Serie A, invece, ha deluso, riuscendo a raccogliere appena 3 presenze e pochissime sufficienze.

Il mercato di gennaio porta rinforzi: ecco Donati

Intanto la dirigenza guarda già al futuro, al domani, a gennaio. Quando partirà il mercato di riparazione e le squadre si scateneranno tra offerte e scambi. Il Lecce il suo colpo lo ha già messo a segno. Si tratta di Giulio Donati, arcigno difensore destro, abile in fase di spinta e ordinato in quella di ripiegamento, arrivato a parametro zero. Il classe 1990 firma un contratto fino a giugno, con opzione di rinnovo per un altro anno. Era rimasto svincolato dopo sei anni in Bundesliga, dove ha collezionato 72 presenze al Magonza e 43 al Bayer Leverkusen, e torna in Salento dopo la stagione 2010-2011, quando era arrivato in prestito dall’Inter.

Un nuovo 29enne per Fabio Liverani, che può vantare un secondo posto dietro la Juventus in un’altra, particolare, classifica: quella dell’età media della rosa. Le formazioni scelte dall’ex centrocampista della Lazio hanno un’età media di 28.7 anni, mentre i bianconeri vantano un 28.9.

D’altronde per raggiungere la salvezza serve esperienza, serve conoscere i bassifondi della classifica, i campi difficili, gli avversari tosti. Serve la saggezza degli anni. E il Lecce sembra averla. Spetta al campo, adesso, dire se basterà.



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