Guardia Costiera e Università insieme per la Cultura nel Salento

I militari hanno coadiuvato il gruppo di ricerca di archeologia subacquea dell’Università del Salento, sotto la guida della professoressa Rita Auriemma

Una settimana all’insegna della cultura del mare ha visto la Guardia Costiera affiancare l’Università del Salento in una proficua collaborazione che unisce sicurezza e ricerca. Dal 23 al 26 settembre, il personale marittimo è stato coadiuvato nelle attività di scavo archeologico subacqueo nell’ambito del progetto M.Ar.E.A. (finanziato dall’Unione Europea) in località “Cesine”, portando alla luce importanti resti di un antico passato.

Sotto la guida della professoressa Rita Auriemma, docente di Archeologia subacquea dell’Università del Salento, un team multidisciplinare ha concentrato gli sforzi nelle acque limpide di “Cesine” (presso San Cataldo, Lecce). L’obiettivo è stato quello di riportare alla luce le vestigia di un porto di epoca romana, potenzialmente antecedente al più noto Porto Adriano di San Cataldo.

L’operazione ha visto un’eccellente sinergia tra diverse componenti della Guardia Costiera:

  • Il personale del battello veloce costiero GC B195 di Otranto.
  • Il personale dell’Ufficio Locale Marittimo di San Cataldo.
  • Il personale specializzato del 1° Nucleo Subacquei di San Benedetto del Tronto.

Le giornate sono state caratterizzate da un intenso lavoro sia in superficie che sott’acqua, garantendo la sicurezza delle operazioni e fornendo il supporto tecnico essenziale per lo scavo.

L’attività di scavo ha rivelato i resti di un complesso portuale di notevole imponenza:

  1. La Fondazione del Molo: Una massiccia struttura a ‘L’, costruita con la tecnica “a cassone” (grandi blocchi con riempimento interno di pietrame) e “a vespaio” (allineamenti di blocchi per creare moduli riempiti di pietrame), che testimonia la grandezza dell’infrastruttura marittima romana.
  2. La “Chiesa Sommersa”: Una struttura vicina, in parte intagliata nella roccia e in parte in cementizio, nota localmente con questo nome. L’ipotesi degli archeologi la identificherebbe come il basamento di una torre-faro che guidava le navi nell’antico scalo.

La “settimana della cultura” per gli uomini e le donne della Guardia Costiera si è conclusa con un significativo Open Day nella giornata di venerdì, un evento volto a promuovere e presentare i risultati del progetto M.Ar.E.A. a specialisti e appassionati.

Alla presenza del Rettore di UniSalento, il professor Fabio Pollice, è stato possibile:

  • Visionare lo stato degli scavi condotti a terra.
  • Immergersi in snorkeling nelle basse e cristalline acque di Cesine per ammirare in situ i dettagli archeologici portati alla luce.

La costante e attenta sorveglianza dei sommozzatori della Guardia Costiera e del battello GC B195 ha assicurato che tutte le attività di fruizione si svolgessero nella massima sicurezza, sottolineando ancora una volta l’importanza del ruolo del Corpo non solo nella salvaguardia della vita umana in mare, ma anche nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale subacqueo nazionale.

Questa collaborazione tra la Guardia Costiera e l’Università del Salento rappresenta un modello virtuoso di come la sicurezza marittima possa essere messa al servizio della conoscenza storica, contribuendo attivamente a svelare e proteggere i tesori sommersi del Salento.