​Gasdotto Tap, sospeso l’espianto degli ulivi. Il prefetto di Lecce ottiene lo stop ai lavori

Il prefetto di Lecce, Claudio Palomba, ha sollecitato la temporanea sospensione dello spostamento degli ulivi che insistono lungo il percorso a terra, chiedendo chiarimenti al ministero dell’Ambiente sull’iter autorizzativo, che per la multinazionale è in regola.

Nella guerra che si sta combattendo senza esclusione di colpi e a suon di carte bollate per impedire la realizzazione del gasdotto della Trans Adriatic Pipeline, la fazione di chi si oppone all’opera lunga 3.500 chilometri per ora incassa una vittoria. Mentre in Grecia e Albania le ruspe sono già all’opera da mesi, sulle sponde pugliesi i lavori sono durati appena poche ore, giusto il tempo di richiamare a raccolta i manifestanti che hanno protestato contro lo spostamento degli ulivi che hanno avuto la ‘sfortuna’ di trovarsi lungo il percorso a terra del microtunnel. Gli operai di Tap sono riusciti ad espiantarne 33 dei 211 previsti, dopodiché c’è stato lo stop forzato, a causa dei contestatori che sono riusciti impedire il passaggio dei camion. Il cantiere, intanto, è diventato il terreno di scontro tra i due ‘contendenti’ che sembra aspettino uno le mosse dell’altro.
  
Per non esacerbare gli animi, la multinazionale ha deciso di sospendere le operazioni su invito del Prefetto di Lecce, che ha chiesto chiarimenti sull’iter autorizzativo al ministero dell’Ambiente. Il bandolo dell’intricata matassa sta nella prescrizione 'A44', relativa proprio al programma di spostamento degli alberi e al ripristino ambientale. Secondo Tap è stata pienamente ottemperata e, per dimostrarlo, sventola l'ok dell'Osservatorio fitosanitario regionale. Secondo il Comune di Melendugno, invece, è necessaria un'ennesima pronuncia da parte della Regione. Tesi che il Governatore di Puglia Michele Emiliano ha confermato, quando ha dichiarato che secondo lui «lo spostamento degli ulivi è illegittimo».
  
Insomma è tutta una questione di tempo. Il Ministero dovrà pronunciarsi al più presto possibile, entro il 30 aprile. Da maggio a fine ottobre, gli ulivi in stato vegetativo potrebbero non sopravvivere al reimpianto. Così i manifestanti guadagnerebbero 6 mesi o, dall’altro punto di vista, Tap perderebbe terreno sulla tabella di marcia. 



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