Sono ormai a disposizione dei cittadini i risultati di una importante campagna di censimento e catalogazione delle opere d’arte non musealizzate, dislocate negli uffici e nei palazzi del Comune di Lecce.
L’operazione di raccolta, promossa e finanziata dal Comune di Lecce, è stata coordinata da Carmelo Cipriani che ha setacciato a tappeto il complesso patrimonio del Comune, attivandosi nelle sue peculiarità di storico dell’arte ma anche di detective, per stanare capolavori e testimonianze spesso dimenticate e di difficile reperimento.
Il laborioso compito di ricerca e catalogazione, tra archivi, documenti, uffici comunali, depositi museali, è stato il risultato di un lavoro scientifico di equipe tra gli studiosi del settore: Salvatore Luperto, Anna Panareo, Francesco Picca, direttore del polo museale di Ruvo, Giacomo Lanzillotta, curatore pinacoteca provinciale di Bari.
La ricerca ha censito 350 opere, mettendo in luce anche capolavori dimenticati e attivando le procedure per i restauri necessari. Molte le opere che necessitano di pulitura, ma alcune di interventi più importanti (ndr. Uno strappo è nella tela del Forcignanò). Purtroppo, come denuncia il curatore Cipriani “Molte opere mancano all’appello: Antonio Massari, Armando Marrocco Leandro Ezechiele, Rosamaria Francavilla. In parte le opere perse sono documentate in precedenti inventari ma molte sono disperse”.
E proprio su questo punto il sindaco Paolo Perrone ha dichiarato di procedere ad una denuncia formale per impedire la ricettazione delle opere d’arte di pertinenza del patrimonio del Comune di Lecce. Molte le scoperte anche impreviste e tangenziali, come la lettera autografa di Garibaldi, che non rientra nella pubblicazione, o una nuova ipotesi di attribuzione dell’autoritratto di Toma.
Entro giugno sarà pubblicato il catalogo ragionato della mappatura complessiva con la schedatura di tutte le 350 opere di proprietà comunale, stilato secondo un criterio cronologico, dal XVII secolo al XXI secolo e si auspica una possibile mostra che permetta ai cittadini leccesi di godere e ammirare questi capolavori. Conoscere è tutelare, tutelare è conservare, conservare è rispettare l’identità di una civiltà.
Maria Agostinacchio
