​Buon 1 maggio dai lavoratori Bat: ‘a noi multinazionale e politica hanno tolto lavoro e dignità’

Nel giorno in cui si celebra la festa del lavoro, gli ex dipendenti della British American Tobacco che da sei anni non hanno nulla da celebrare, ricordano la dignità con cui portano avanti la battaglia per riavere un posto di lavoro.

La festa dei lavoratori che cade, ogni anno, il primo maggio ha una lunga tradizione che affonda le sue radici nel lontano 1889, quando durante il congresso della Seconda Internazionale, riunito a Parigi, fu lanciata l’idea di organizzare in tutto il mondo una grande manifestazione per chiedere «più equità», a partire dalla riduzione del numero ore lavorativa a otto. Da sempre e soprattutto negli ultimi anni, questa ricorrenza serve a ricordare la ‘lotta’ di chi fatica sì, ma a trovare un’occupazione. E le prospettive non sono rosee, come per i lavoratori della  ex Bat (British American Tobacco) che, come si legge in una nota, «non hanno nulla da celebrare»: «Siamo di nuovo al 1 maggio, nel giorno in cui si celebra il lavoro – scrivono – tuttavia, da 6 anni, noi lavoratori Bat portiamo avanti con dignità la battaglia per riavere il nostro posto di lavoro».
  
Si sentono vittime di una «riconversione truffa» i dipendenti della “rimpianta” manifattura tabacchi di Lecce, una riconversione che a loro dire è servita solo alla British American Tabacco, che ha chiuso lo stabilimento del capoluogo salentino adducendo a pretesto che il mondo del tabacco è in perdita per una riduzione dei volumi, ma ha poi speso quasi cinquanta miliardi per acquistare Reynolds, il numero due del tabacco negli Stati Uniti che annovera marchi come Camel e Winston gettando così le basi per diventare un nuovo colosso nel settore.
  
A rendere ancor più “amara” la vicenda è che si siano trovati a combattere da soli: «abbiamo chiesto aiuto alla politica locale e regionale e siamo ancora in attesa di risposte: aspettiamo risposte da Michele Emiliano, al quale abbiamo più volte scritto, dal vice ministro Teresa Bellanova che ricordiamo scendeva in piazza con noi, dal comune e da una campagna elettorale che parla solo di filobus, stadio ma mai di politiche attive del lavoro…»
  
La prossima scadenza è fissata al 5 maggio, quando scadranno gli ammortizzatori sociali per circa 80 operai «ora ci chiediamo…dove sono quei politici, quei sindacati che l'accordo lo hanno firmato? La nostra dignità può restituircela solo il lavoro, quel lavoro che una multinazionale e parte della politica ci ha tolto…»



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