​Pochi, stanchi, stressati e demotivati: la descrizione dei poliziotti penitenziari con gli occhi dell’Osapp

L’Osapp torna ad accendere i riflettori sulle condizioni lavorative del personale di Polizia Penitenziaria che è costretto ad affrontare dalle 9 alle 12 ore di servizio consecutive con quello che comporta: stanchezza e stress.

Il personale di Polizia Penitenziaria non è adeguato. E quel poco che c’è, è costretto ad affrontare carichi di lavoro definiti «disumani» dall’Osapp che, in una nota, denuncia ancora una volta la situazione al limite del tollerabile. Dalle 9 alle 12 ore di servizio consecutive stanno mettendo a dura prova lo stato psico-fisico dei poliziotti. È impensabile per l’organizzazione sindacale che attuare l’«arte di arrangiarsi» perché è offensivo nei confronti di chi, ogni giorno, garantisce la sicurezza pubblica e negli istituti.
 
Anche Lecce e Taranto sono in affanno: gli ospiti del carcere superano di gran lunga il numero della capienza regolamentare, senza contrare che molti dei detenuti appartengono a organizzazioni criminali. E poi – come si legge nel comunicato a firma di Ruggero Damato, il vice segretario regionale di Osapp Puglia – la carenza di poliziotti si attesta intorno al 30% della forza necessaria. Non solo, dovrebbe essere imminente l’apertura del Nuovo Polo di Osservazione Psichiatrica del penitenziario leccese, fissata per il 15 luglio. Mai data fu così sbagliata per l’organizzazione sindacale non solo per la cronica mancanza di personale della polizia penitenziaria, ma anche perché cade durante le ferie. Insomma, se la notizia dovesse essere fondata si profilano battaglie di protesta all’orizzonte.
 
Le notizie di cronaca che hanno occupato le prime pagine dei giornali nei mesi scorsi dovrebbero dimostrare la situazione ‘al limite’ vissuta dagli agenti: aggressioni diventate purtroppo all’ordine del giorno e il rischio concreto che i detenuti mettano in scena evasioni eclatanti durante il trasporto in ospedale o in tribunale sulla scia della fuga spettacolare di Triglietta dovrebbero spingere ad una riflessione su cosa non va nel sistema e cosa potrebbe essere migliorato per garantire la sicurezza di tutti, prima che succeda l’irreparabile.
 
Il personale di Polizia penitenziaria deve essere messo nelle condizioni di lavorare in sicurezza, perché solo così possono proteggere anche quella degli altri. Così la segreteria regionale ha sposato in pieno la politica sindacale del segretario generale Osapp, Leo Beneduci che ha chiesto una Commisione Parlamentare d'Inchiesta per la situazione che sta vivendo il sistema penitenziario nel suo complesso su tutto il territorio Nazionale provando ad accendere ancora una volta i riflettori sulla situazione.