6 giugno, il giorno di tutti i giorni: lo sbarco in Normandia

La storia è piena di date importanti e giorni indimenticabili. Il 6 giugno 1944, quando avveniva l’ormai leggendario sbarco in Normandia, è uno di quelli

Il 6 giugno del 1944 è probabilmente la data più importante di tutto il Novecento. La mattina di quel giorno è ricordata dal mondo come la più straordinaria e meravigliosa azione mirata all’ottenimento della pace e della libertà. Se mai la guerra ha avuto un senso e un obiettivo alto, lo ha avuto senza dubbio quel giorno.

L’Europa era vittima di una tragedia immane, imparagonabile, in termini di sacrifici di vite umane, a qualsiasi altra vicenda bellica. Eventi terrificanti avevano fatto sprofondare gli stati del vecchio continente in un abisso di morte e distruzione. Il Nazionalsocialismo di Adolf Hitler primeggiava ancora, mentre il Fascismo di Benito Mussolini si era già spento un anno prima a seguito degli eventi noti del 25 luglio 1943.

Si combatteva in Oriente, nel Pacifico e in ogni dove, dopo il provvidenziale intervento degli Stati Uniti d’America che, negli ultimi due anni, erano riusciti a tenere testa alle invincibili armate tedesche. Il complesso dell’alleanza atlantica aveva posto le basi per un intervento decisivo, addirittura risolutore fissato per la fine della Primavera del 1944. Quando imperversavano gli orrori dei campi di sterminio e quando l’Italia era vittima di una sanguinaria guerra fratricida, il nord dell’Europa nutriva la speranza che la Russia potesse passare al contrattacco, sconfiggendo le resistenze germaniche da Est. Ma il problema rimaneva l’ovest.

La Luftwaffe di Herman Goering era ancora al top della sua magistrale potenza aerea, contrastata solo dall’ammirabile aviazione inglese, la migliore della Storia, che rispondeva punto per punto con il valore dei piloti della Raf, l’aviazione di sua maestà.

Quando tutto sembrava perduto gli alleati erano riusciti a mettere insieme un esercito mai visto che programmava l’invasione dell’Europa, partendo dall’anello debole del Continente, e cioè la Francia. Una potenza di sabbia e fango che si era sgretolata in due giorni sotto i colpi della Wermacht tre anni prima. Proprio dalla Francia, ma con un’invasione di segno contrario, ripartiva il sogno di speranza e di libertà di tutti gli europei.

La mattina del 6 giugno 1944 il cielo della Normandia venne oscurato da nuvole umane, migliaia di paracadutisti si lanciarono sulla costa atlantica, molti finirono fuori zona operazione, altri caddero in territorio avverso, alcuni non arrivarono a vedere la fine della giornata. Dal cielo si passava al mare, dove centinaia di navi, mezzi anfibi e imbarcazioni da guerra tentavano di far scendere sulla spiaggia il loro carico umano. Si parla di oltre un milione di soldati che quel giorno fu inviato a liberare l’Europa. Il terrore negli occhi, tra voltastomaco e febbre da paura, decine di migliaia di giovani americani, presero terra, dinanzi alle bocche feroci delle mitragliatrici tedesche. Qualche centinaio di soldati fu spazzato via al primo colpo, senza nemmeno capire la direzione da prendere, quando l’acqua del mare rallentava i movimenti, prima ancora di toccare la spiaggia di Omaha e dintorni.

I ranger d’assalto che morirono nelle due ore successive ai primi arrivi sulle spiagge della Normandia furono qualche migliaio, forse 2000, 2500. Un numero dieci volte superiore invece riuscì a oltrepassare le file nemiche e ad addentrarsi in territorio francese. Perdite contenute rispetto al numero incredibile di gente che riuscì a prendere terra. Il mare era colorato di rosso sangue, la spiaggia una distesa di corpi mutilati dalle granate, e smembrati dalle mitraglia dei cecchini. A fine giornata però la Francia del Nord non era più in mano ai tedeschi, ma un avamposto americano, canadese, messicano e inglese. La contraerea di Hitler fu incapace di contenere la portata dell’attacco.

Era appena cominciata l’operazione Overlord e già era diventata un successo. Dopo dieci mesi il Nazismo sarebbe stato annullato, i gerarchi scomparsi, Hitler e i suoi passati nel regno delle ombre. L’America aveva mostrato al mondo la sua potenza, nella gratitudine generale. I figli che sarebbero nati quell’anno avrebbero conosciuto libertà e benessere e sarebbero stati gli abitanti di un’Europa unita, fatta di pace e speranza.

Era il 6 giugno, come oggi. Il D Day, il giorno di tutti i giorni.



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