
Tradizioni e leggende si intrecciano e narrano un territorio: è Cannole, un piccolo paese dell’entroterra idruntino che non smette di far parlare di sé. Noto soprattutto per la “Festa della Municeddha” , una delle sagre più amate del Salento, Cannole diventata in questi anni meta turistica, si svela grazie ad un press tour finanziato dalla Regione Puglia.
Ricade, infatti, nell’ambito delle iniziative di ospitalità organizzate per promuovere la conoscenza del territorio e dei suoi attrattori materiali e immateriali e inserite nel Programma Operativo FESR- FES 2014-2020 denominato “Attrattori culturali, naturali e turismo”, l’educational tour organizzato dal Comune di Cannole dal 9 al 12 novembre.
Il press tour ha come finalità quella di promuovere una tradizione come San Martino e far conoscere il territorio di Cannole su cui insistono degli oliveti denominato “Vigne grandi” facenti parte anticamente di un Tenimento Templare.
“San Martino sulle tracce dei Templari: la storia abbraccia lo sport accessibile”
La prima parte del titolo è già suggestiva di suo ma è continuando a leggere che diventa intrigante perché svela un’attività del press tour che non si ferma al solo racconto del territorio.
Scuola, tradizioni e accessibilità
Grazie alla disponibilità del Dirigente Scolastico e del corpo insegnante della Scuola Primaria di Cannole, la tradizione del “San Martino” entra, infatti, nella scuola e diventa occasione di condivisione e di accoglienza. I bambini, guidati dalla passione delle maestre e dei maestri, si sono preparati ad accogliere domani, nel loro scuola, i ragazzi del Centro Diurno della Cooperativa Don Bosco di Martano.
Festeggeranno così, tutti insieme, il loro “San Martino” riproducendo un gioco antico, la cuccagna (rivisitata per i piccoli) insieme ad altri “giochi di una volta” . Giochi che diventeranno accessibili per i ragazzi diversamente abili del Centro Diurno Don Bosco e saranno condivisi con i bambini delle elementari di Cannole in una gara che vedrà tutti vincitori. E per i vincitori, si sa’, c’è sempre un premio. Alla fine dei giochi ci sarà, infatti, la castagnata per tutti.
La disabilità non è mai un limite quando c’è il cuore: lo dimostreranno questi bambini e questi ragazzi insieme uniti dal gioco e dallo sport
“Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Ha il potere di ispirare. Esso ha il potere di unire le persone in un modo che poche altre cose fanno. Parla ai giovani in una lingua che comprendono”. In queste parole di Nelson Mandela si condensa lo spirito dell’iniziativa che punta a promuovere l’inclusione sociale, trasformando il San Martino in una grande festa accessibile.
Cannole e i Templari
Secondo la tradizione, il nome “Cannole” sarebbe derivato dal plurale della parola latina Canula-ae, vale a dire Cannola, pianta della canna che cresceva abbondante nella zona. Altri studi, tra cui quelli di Vincenzo Maselli, si rifanno alla stessa tradizione confermando l’origine moresca o saracena del paese e precisando che l’esistenza della fitta vegetazione di canne diede a quel posto il nome di Cannole.
Un importante sito del patrimonio storico di Cannole è Tenuta Tursani, situata sulla Serra di Montevergine e appartenuta nel XIII secolo alla Precettoria Templare di Lecce. Un documento risalente al 25 marzo 1308, preso in esame dallo studioso Salvatore Fiori e pubblicato dallo storico tedesco Hans Prutz, individua quindici proprietà fondiarie tra le quali compare la vinea maysonis templi sitam prope tenimentum tursani. Si trattava di un antico centro di produzione vinicola gestita da monaci basiliani che rendeva 35 tarì d’oro l’anno, unità monetale pari alla trentesima parte dell’oncia. Il documento fa riferimento a sette vigneti distinti in sei vigne chiuse «Clausorium vinearum…» e una aperta «<vinea unam…» dichiarata incolta nonostante i cinquanta barili di mosto prodotti, e comprendente anche centosessanta alberi di ulivo. La testimonianza è rilevante poiché identifica uno dei più redditizi possedimenti dell’Ordine dei Templari del Salento medievale. A partire dal XVII secolo l’area del vigneto venne interamente occupata da alberi di ulivo. A testimonianza della storia della zona rimangono tuttora strutture medievali come Casina Tursani, Chiesa di Santu Lasi, quattro torri di avvistamento e la Cripta dei pellegrini.
San Martino
L’11 novembre si festeggia San Martino. Martino nacque a Sabaria (Ungheria) nel 316 e morì l’8 novembre del 397 a Candes San Martin. L’11 novembre fu la data della sepoltura. Fu cavaliere dell’esercito romano nella prima parte della sua vita, poi dopo la conversione al cristianesimo si diresse verso una vita religiosa e monastica. Finché nel 371 i cittadini di Tours (Francia) lo vollero loro vescovo. Fu tra i primi santi non martiri proclamati dalla Chiesa Cattolica; è venerato anche dalla Chiesa ortodossa e da quella copta. È considerato uno dei grandi Santi della Gallia e venerato in molti Paesi europei.
Nel Salento in particolare a Lecce e provincia il culto del Santo è molto sentito sia a livello religioso ma soprattutto folkloristico. Si organizzano ricche cene con la famiglia e amici festeggiando con carne, castagne, pittule salentine e altri piatti della tradizione, gustando soprattutto dell’ottimo vino novello.
L’11 novembre è simbolicamente associato alla maturazione del vino nuovo ( da qui il proverbio “ A San Martino ogni mosto diventa vino “ ) ed è occasione di ritrovo e festeggiamenti nei quali si brinda, appunto, stappando il vino appena maturato e accompagnato da castagne.
Raccontare un patrimonio storico e paesaggistico che testimonia la storia e farlo nelle giornate dedicate a San Martino, una delle tradizioni più antiche del Salento. È questa la parte emozionale di quel turismo che ha nutrito e deve continuare a nutrire la nostra terra.