
In strada, davanti al Tribunale penale di viale De Pietro, per reclamare un diritto negato. Giuseppina Marazia, stamattina, era simbolicamente davanti al palazzo di Giustizia. Pretende tutela dallo Stato la 56enne leccese affetta da MCS (Sensibilità Chimica Multipla), malattia rara che derive dall’esposizione agli agenti chimici, non riconosciuta – però – dal sistema sanitario della Puglia. Stando alla definizione del National Institute of Environmental Health Sciences, tale patologia non permette alla signora di entrare in contatto con alcuni elementi che, bene o male, nella vita di ogni giorno, appaiono indispensabili.
Un esempio? Detersivi, profumi, farmaci, deodoranti e anche determinati alimenti. Qualsiasi gesto, profumo, o persino cibo potrebbe provocare all’improvviso una crisi cutanea oppure asmatica. Può ingerire solo alimenti prodotti con farina o pasta di kamut. Le poche medicine che può assumere e i detersivi che può utilizzare sono tutti commercializzati da società di nicchia che, però, presentano prezzi di vendita elevati, inclusi i costi della spedizione.
L’invalidità, riconosciuta al cento per cento, costringe Giusi a sopravvivere con 280 euro di pensione al mese. Fortuna che ad assisterla c’è anche qualche generoso cittadino. Tempo addietro, Giuseppina inscenò una protesta simbolica anche a ridosso della Prefettura di Lecce, annunciando:«Sono in sciopero della fame contro lo Stato per avere dignità». Stamattina, invece, ha esposto alcuni cartelli con scritto:"Lo stesso Stato che non mi garantisce questi diritti mi chiede di compiere il dovere di pagare le tasse. Con quali soldi?"
Oggi, invece, spiega di non riuscire più a pagare l’affitto. Prima di contrarre questa la sensibilità chimica multipla, lavorava e vorrebbe continuare a farlo. Purtroppo, però, ad impedirglielo risultano proprio le precarie condizioni di salute. Vuole riacquistare autonomia, ma da sola non può farcela. Ecco perché lo Stato deve aiutarla. Ecco perché qui le istituzioni debbono un attimo archiviare la parola “burocrazia”, facendo spazio ad un’altra più bella:“sostegno”.