La MCS le ha cambiato la vita. Giuseppina Marazia ‘minaccia’ lo sciopero della fame per chiedere dignitÃ

Giuseppina Marazia, una donna di 57 anni di Lecce affetta da sensibilità chimica multipla, da oggi è in sciopero della fame. Davanti all’ingresso della Prefettura ha protestato contro lo Stato reo di non aiutarla.

Mcs, acronimo inglese di Multiple chemical sensitivity (Sensibilità Chimica Multipla), in pochi sanno cosa realmente sia. Una patologia rara, che esiste da sempre, ma paradossalmente quasi sconosciuta. Anzi, addirittura c'è chi ancora non la riconosce come una patologia vera e propria. Secondo la definizione che ne dà il National Institute of Environmental Health Sciences statunitense, si tratta di un'ipotetica malattia caratterizzata dall’impossibilità di una persona a tollerare un certo ambiente chimico o una classe di sostanze. Sull’argomento la comunità scientifica è divisa tra chi ritiene che si tratti di un disturbo psicosomatico e chi, invece, fa riferimento a forme di autosuggestione. Non aiutano nemmeno i sintomi a fare chiarezza e spesso confusi con quelli di una banale allergia. Perché di questo, in buona sostanza, si tratta: essere ‘intolleranti’ a tutto, persino agli odori.  Una cosa è certa: chiunque ne soffra non può più condurre una vita normale. Qualsiasi gesto, profumo, persino cibo diventa ‘dannoso’, una sorta di “bomba ad orologeria” che potrebbe provocare all’improvviso, una crisi cutanea oppure asmatica.
Oggi a far conoscere la Sensibilità Chimica Multipla, ad urlare a tutti cosa significa convivere con questa malattia è Giuseppina Marazia, una donna leccese di 57 anni che questa mattina ha preso una sedia e si è seduta davanti all’ingresso della Prefettura, in via Umberto I, vicino alla sede della Provincia di Lecce e a due passi dal Comune, con un cartello che da solo basterebbe a far capire cosa significa combattere quotidianamente contro un male quasi silenzioso. «Sono in sciopero della fame contro lo Stato per avere dignità». Perché è questo ciò che chiede e che la spinge a lottare.  

La signora, un’ex commerciante ha perso tutto. Può mangiare alimenti prodotti solo con farina o pasta di kamut, le poche medicine che può assumere e i detersivi che può utilizzare sono tutti commercializzati da società di nicchia che non solo hanno prezzi di vendita esorbitanti ma su cui incombe anche il costo di spedizione.

Non solo, malgrado le sia stata riconosciuta l’invalidità al 100 per cento, ha un sussidio di appena 281euro mensili, insufficienti per le cure. I lunghi e costosi viaggi in strutture mediche fuori regione e fra cure, farmaci e quant'altro hanno costretto la donna vendere tre immobili di sua proprietà e prosciugare i risparmi di tutta una vita.
Qualche giorno fa, tramite il suo legale Salvatore Greco, aveva reso pubblica la decisione di citare in giudizio lo Stato e la Regione Puglia, che non ha la Mcs nell’elenco delle malattie rare, allineandosi così all’indirizzo nazionale del Consiglio superiore della Sanità ai quali si è più volte rivolta per ricevere aiuto.



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