Sportello di Comunità, i volontari di Anteas Lecce incontrano la Caritas diocesana

I volontari di Anteas di Lecce, impegnati nel progetto ‘Sportello di Comunità’, hanno incontrato il direttore della Caritas di Lecce don Nicola Macculi.

Dopo la formazione in Comunicazione e Informatica, i volontari di Anteas di Lecce, impegnati nel progetto ‘Sportello di Comunità’, hanno incontrato il direttore della Caritas di Lecce don Nicola Macculi. É stata l’occasione per conoscere più da vicino la Guida dei servizi della Caritas diocesana, una conoscenza necessaria per chi, come i volontari, si candida a gestire un hub sociale di comunità che dovrà dare risposte alle richieste di tanti cittadini. Nella consapevolezza che molte saranno le domande di aiuto, alle quali la Caritas di Lecce potrà e vorrà dare risposta.

‘Non siamo fatti per vivere di ricordi – ha detto Don Nicola Macculi agli operatori di Anteas, l’Associazione Nazionale Tutte le Età Attive per la Solidarietà della Cisl -. Ogni stagione della vita è importante ed è anche bello quando arriva il momento in cui abbiamo un po’ più di tempo libero da dedicare agli altri, al prossimo. Ascoltare i bisogni e le esigenze, fosse anche di una sola persona, ha un valore incommensurabile che certamente non può essere misurato da alcun parametro. Non tutto è misurabile economicamente, ci sono azioni che hanno un valore enorme e quel valore sta nella condivisione’.

Il progetto sullo Sportello di Comunità, una partnership tra Anteas Lecce (guidata dal presidente Romeo Delle Donne) ed Fnp, la categoria dei pensionati della Cisl salentina retta dal segretario Antonio Zippo, gemma dal Bando Puglia Capitale Sociale 3.0 e mira alla realizzazione di un vero e proprio hub di comunità per la Terza Età che ha l’obiettivo principale di dare informazioni e risposte alle tante piccole e grandi questioni in cui si imbattono quotidianamente i cittadini più anziani. Uno sportello di comunità in grado di diventare luogo di aggregazione e socializzazione per costruire una rete solidale che sappia accogliere tutti coloro che su di essa faranno affidamento.

L’Italia è certamente un paese longevo: Io dicono i demografi. Eppure l’organizzazione dei servizi della pubblica amministrazione è ancorata a una fotografia della società di 50anni fa e oltre, una fotografia che non è cambiata nemmeno dopo la tragedia della pandemia.

‘Il covid non ci ha insegnato nulla – ha detto Don Nicola Macculi -. La pandemia poteva insegnarci ad essere solidali e invece ci ha resi arrabbiati con il mondo e anche più soli con noi stessi’.

Per questo servono gli sportelli sociali ed è un bene che siano gestiti da chi è un po’ più avanti nel corso della vita.

‘Da quando smetti di lavorare in poi devi inventarti la vita – ha detto il direttore della Caritas di Lecce – e le istituzioni possono metterci in condizione di fare di più. La Caritas diocesana vuole mettersi al servizio dei nostri tempi e accettare il dono del tempo di chi é nella condizione di donarlo. E non per impiegare semplicemente un tempo altrimenti vuoto ma per essere davvero utili agli altri e a noi stessi. Nel corso di questi anni la Caritas Diocesana si è occupata di immigrati (57mila sono stati gli immigrati passati dal Regina Pacis di San Foca), povertà educativa (sostegno ai minori in famiglie povere per aiutarli a terminare il ciclo degli studi), povertà alimentare (160 pasti al giorno distribuiti tra Casa della Carità, parrocchia di S. Maria delle Grazie di Santa Rosa, parrocchia di San Lazzaro, parrocchia di San Giovanni Battista), povertà sanitaria (in tanti ormai raccontano nei Centri di Ascolto che devono rinunciare a curarsi). Insomma c’è bisogno di volontariato e di volontari, c’è bisogno di una cultura del dono’.



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