Asl, sporcizia e rifiuti tra gli archivi della sede leccese

Il presidente dell’Associazione Salute Salento denuncia lo stato in cui si trovano gli uffici dell’Azienda Sanitaria Locale, soprattutto nei luoghi in cui sono destinati gli archivi.

“Gli archivi della Asl sommersi da quintali di rifiuti. Per accedervi gli operatori sono costretti a calpestare cumuli di documenti e oggetti abbandonati. Dal viale di accesso alla direzione della Asl non si nota nulla. Ma appena dietro il padiglione degli uffici di Sanitaservice, fanno bella mostra quintali di rifiuti accumulati da non si sa chi e per quale ragione. Cartacce, documenti, barattoli, quaderni, secchi. Di tutto e di più. Proprio dietro ai locali riservati al personale addetto alle pulizie, quello pagato per intervenire sulla sporcizia e sui rifiuti non raccolti”.

È questa l’accusa pesante lanciata dall’Associazione di volontariato “Salute Salento” che, attraverso il suo presidente Cesare Mazzotta, ha voluto lanciare l’allarme: “Gli impiegati, che ogni tanto devono consultare l’archivio, sono disgustati. Non riescono ad aprire la porta, ostruita dalla montagna di rifiuti alla rinfusa e temono che da quell’inferno ributtante possano venire fuori famiglie di topi o altro”.

La denuncia poi continua in questo modo: “All’interno, l’archivio (tuttora attivo) è pericolante. Tempo fa dal soffitto si è staccata una grossa lastra di intonaco che ha messo a nudo i tondini di ferro delle travi di copertura. Le cose non vanno meglio nell’altro archivio, di fronte all’isola ecologica. L’anno scorso si è allagato ed è impraticabile. Molti documenti e cartelle sono imbevute di acqua piovana. Nel perimetro dell’ex Fazzi si muovono ogni giorno circa 800 tra medici, impiegati, operatori e utenti. Le ditte che curano la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti di uffici e ambulatori, insieme alla Asl, hanno organizzato una piccola «oasi» ecologica. Due campane per il vetro e la plastica e tre cassonetti; troppo pochi e del tutto insufficienti per le esigenze di un «cliente» così complesso. Sarebbe interessante andare a vedere quanto paga la Asl all’impresa di raccolta per svuotare giornalmente i contenitori”.

Già a maggio scorso, in effetti, era scoppiata la «grana» per la presenza di una siringa e di un laccio emostatico fra i rifiuti dei cassonetti. L’operatore della ditta aveva puntato i piedi, sostenendo che si trattava di rifiuti «sanitari» che dovevano essere smaltiti con altre procedure. Poi si era scoperto che quell’unica siringa era stata buttata da un consumatore abituale di sostanze stupefacenti.