‘Il bambino stia di più col padre altrimenti cresce effemminato’, la diagnosi di un medico del Cepsia e la denuncia della madre

La madre del bambino ha denunciato l’accaduto ed ora è partito l’appello contro quella che appare essere agli interessati una discriminazione di genere.

La segnalazione arriva da un rappresentante sindacale che ha persino informato dei fatti il Presidente della Giunta regionale pugliese, il Ministro della Giustizia, la Commissione Affari Sociali e Giustizia della Camera e il Presidente della Camera.

All’indirizzo di redazione è giunta la lettera nella quale si spiega da cosa è partita la reazione non soltanto della famiglia interessata, ma anche del sindacalista a cui è stata resa nota la vicenda.

“Questo non può essere un caso da far passare in silenzio o far cadere nel dimenticatoio, ma deve essere preso in attenta valutazione dalle autorità competenti” esordisce così la missiva del sig. Maurizio Maccagnano che si firma sindacalista indipendente. E poi “Prima che la bufera giudiziaria si abbattesse sulla Procura di Lecce e sulla Asl, avevo scritto in Direzione Generale della Asl/Lecce perché potessero intervenire ed agire presso un medico del Cepsia di Lecce, perché aveva asserito verso un bambino di 4 anni, che doveva trascorrere più tempo con il padre, altrimenti avrebbe assunto atteggiamenti femminili”.

In anni come quelli in cui stiamo vivendo, una simile dichiarazione fa specie. In anni di lotte contro le discriminazioni sessuali, la vicenda lascia non pochi punti interrogativi.

“Una dichiarazione del genere – scrive Maccagnano – credo che lasci sgomenti e spaventati per primi i genitori, e poi s’inserisce come una bella e buona discriminazione di genere. Un pensiero del tutto fuorviante per il caso che stava cercando di esaminare il medico e allo stesso tempo deleterio per il bambino e per sua madre”.

Inoltre, secondo l’autore della lettera “il medico specialista ha mandato un messaggio negativo all’esterno della ASL, come di un servizio di second’ordine, con medici che cercano di mettere in atto una pregiudizievole discriminazione di genere, dove chi ne fa le spese è come sempre il servizio pubblico”.

Il bambino esaminato, va detto, è un bambino sano, sotto osservazione per un problema relativo alla masticazione dei cibi solidi.

Dopo la segnalazione in Direzione Generale, la dottoressa in questione ha abbandonato il caso senza dare alcun tipo di motivazioni.

Ma c’è di più. “Qui si inserisce un altro elemento, ancora più sconcertante, e cioè la condotta dei servizi sociali di Galatina, che seguono il caso. Venute a conoscenza della rinuncia del medico del Cepsia, le assistenti sociali sono stati presi da ira e rancore verso la madre che ha legittimamente denunciato”.

La domanda del sindacalista sorge spontanea “Ma siamo nel medioevo o nel 2018? Può una donna e madre, che si sente offesa ed ingiuriata da un medico, sporgere denuncia pubblicamente oppure deve subire le angherie e le prepotenze, ed aggressività non solo dei servizi sociali, ma anche di alcuni medici della ASL? Se si grida allo scandalo, allora vuol dire che tra il medico della Asl e i servizi sociali esiste un disegno chiaro di contaminazione e di pregiudizio nei confronti di quella madre e delle madri in generale”.

L’appello di Maurizio Maccagnano è che i Ministri interessati, il Presidente della Regione e le commissioni parlamentari intervengano con urgenza “per sanare questa grave aberrazione nei servizi sociali Ambito di Galatina e nella Asl di Lecce”.

Certo, la situazione va approfondita e analizzata in ogni dettaglio. Va sempre considerata la sensibilità di un genitore, oltre che quella della società in cui si vive. Una società da tempo dilaniata dalla lotta tra i retaggi del passato e l’evoluzione del pensiero.



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