Una notizia importante che può cambiare il futuro della contrattazione collettiva per il lavoro pubblico. Il segretario provinciale di Adassanità, la Federazione dei sindacati indipendenti ha emesso un comunicato stampa in cui dà questo importante annuncio ed esordisce in questo modo: “Finalmente la Corte costituzionale ha dichiarato illegittime le norme nazionali che dal 2010 hanno bloccato i rinnovi contrattuali nel pubblico impiego, creando un lento e graduante impoverimento dei pubblici dipendenti”.
Nello specifico, la Corte costituzionale, in relazione alle questioni di legittimità costituzionale sollevate con le ordinanze R.O. n. 76/2014 e R.O. n. 125/2014, ha dichiarato, con decorrenza dalla pubblicazione della sentenza, l’illegittimità costituzionale sopravvenuta del regime del blocco della contrattazione collettiva per il lavoro pubblico, quale risultante dalle norme impugnate e da quelle che lo hanno prorogato.
La decisione dell’organo giuridico è ancora oggetto dei commenti del segretario Francesco Perrone che sostiene quanto l’illegittimità del blocco contrattuale andasse riconosciuta fin dal 2010 e non solo per il futuro, sottolineando come i giudici abbiano perso un’occasione importante per ridare dignità ad oltre 3 milioni e 300mila lavoratori: “Registriamo però il mancato coraggio da parte della Consulta di fare ciò che andava fatto”.
In più, per il segretario ci sarebbe una grave discriminazione verso i lavoratori del pubblico impiego: “La stessa Corte infatti, nei giorni scorsi, dopo aver bollato come illegittime le norme sul blocco delle indicizzazioni delle pensioni, riconosceva il diritto dei pensionati al recupero degli arretrati. Per i dipendenti pubblici niente arretrati”.
La Federazione chiede l’immediata riapertura economica dei contratti: “La sentenza finalmente obbliga il governo a riaprire la contrattazione nel pubblico impiego. La Fsi ha già inserito nella propria piattaforma contrattuale il recupero economico del potere d’acquisto perso in questi anni dai lavoratori”.