Non c’è giorno migliore, se non quello in cui si celebra l’amore, per parlare di ciò che “amore non è”, attraverso le tante storie di violenza che si consumano ancora oggi nel silenzio. Si è parlato di mancanza di coraggio, di timore, di vergogna durante la conferenza stampa che si è tenuta in Questura per presentare la prossima tappa del “Progetto Camper” che si fermerà in piazza Carducci, a Gallipoli, il 14 febbraio. Il giorno di San Valentino.
Se le vittime denunciassero l’inferno che sono costrette a vivere quotidianamente, i loro aggressori verrebbero condannati e, probabilmente, si eviterebbero crimini più gravi. Questo suggerisce la logica, ma non sempre, come dimostrano le pagine di cronaca nera, chi subisce maltrattamenti e abusi riesce a raccontare la brutalità che si consuma tra le mura domestiche.
La paura di ritorsioni, il timore di dover affrontare un processo penale come testimoni, la speranza di poter salvare il proprio compagno o marito e la fine di un matrimonio o di una relazione vissuta come un fallimento personale sono solo alcuni dei motivi che spingono le donne a mantenere il segreto con se stesse e con gli altri. Denunciare non è facile, richiede coraggio, per questo è importante far capire alle donne cosa potrebbe succedere se, finalmente, invece di colpevolizzarsi e accusarsi, accusano. Se chiedono aiuto.
Purtroppo, la verità viene a galla solo quando la situazione degenera, quando la lite sfocia in atteggiamenti pericolosi, quando la discussione raggiunge livelli impensabili. Non deve essere così. A questo serve il Progetto Camper, a tendere una mano alle donne. Per informarle, ma anche per offrire alle vittime il supporto di un’equipe di operatori specializzati. In piazza Carducci, infatti, sarà presente il personale specializzato della Polizia di Stato e un rappresentante della locale Rete Antiviolenza attiva sul territorio.
«Se le donne non vengono da noi, andiamo noi ad incontrarle» hanno dichiarato in conferenza il vicequestore aggiunto e vice capo della squadra mobile, Elena Raggio e il sostituto commissario Stefania Tondo della divisione anticrimine della Questura.
I numeri del 2017 dimostrano l’importanza di questo tipo di iniziative. 7 arresti per violenza sessuale, 21 denunce per stalking e 75 richieste di ammonimento in cui si “invita” il destinatario a cambiare condotta. Un’alternativa alla denuncia, ma anche un valido deterrente.
Insomma, «Questo non è amore» come si intitola il progetto che, dal novembre 2017, ha assunto carattere permanente, non lascerà sole le donne il giorno di San Valentino. E per una strana casualità è stato presentato mentre nel Tribunale dei Minori si stava tenendo l’incidente probatorio sull’omicidio di Noemi Durini, la sedicenne di Specchia che sul suo profilo Facebook aveva condiviso un post diventato un triste presagio.
«Non è amore se ti fa male. Non è amore se ti controlla. Non è amore se ti fa paura di essere ciò che sei. Non è amore, se ti picchia. Non è amore se ti umilia (…). Il nome è abuso. E tu meriti l’amore. Molto amore. C’è vita fuori da una relazione abusiva. Fidati!».
La Polizia di Stato busserà anche alla porta di due scuole – l’Istituto Comprensivo 2° Polo Borgo e l’Istituto Superiore “Quinto Ennio” – per sensibilizzare tutti gli studenti alla tematica che tanto affligge anche queste fasce di età.
